Pubblicato il: 26/09/2013 alle 10:58
Definitivamente confiscati dalla Cassazione i beni sequestrati, stimati per circa due milioni di euro, dalla Direzione Investigativa Antimafia di Genova ad Antonino Lo Iacono, indiziato di appartenere a Cosa Nostra, e di essere punto di riferimento del clan Madonia a Genova. A distanza di quattro anni da quando il Centro Operativo Dia genovese aveva sottoposto a sequestro i beni riconducibili a Lo Iacono e ai componenti del suo nucleo familiare, il 9 luglio scorso la Corte Suprema di Cassazione – II Sezione Penale, confermando integralmente il provvedimento di confisca dei beni emesso dalla Corte di Appello di Caltanissetta, e dichiarando inammissibili i ricorsi presentati, ha posto la parola fine all'intera vicenda, dichiarando la confisca di tutto il patrimonio riconducibile all'indiziato e ai suoi congiunti.
Quindi il centro Dia di Genova nei giorni scorsi ha dato esecuzione al decreto, sottoponendo a confisca numerosi beni mobili e immobili. Antonino Loiacono, residente a Genova dai primi anni Ottanta, è stato considerato elemento di spicco della famiglia Madonia, operante nella provincia nissena ma anche nel Nord Italia e nel 2003 era stato condannato complessivamente a 20 anni di reclusione per associazione finalizzata al grafico di stupefacenti. Due anni fa, però, è stato assolto per associazione mafiosa dal processo “Deserto” celebrato contro la cosca di Vallelunga. Tra i beni confiscati, vi sono conti correnti bancari e postali, abitazioni, terreni, negozi e magazzini, nelle province di Genova e Alessandria e una societa' di asfaltatura strade, con relativi beni strumentali, operante a Genova e assegnataria di numerosi appalti in alcuni Comuni dell'Alta Valpolcevera. Nel comune nisseno, Loiacono divideva la proprieta' di un grosso fabbricato con il capomafia Giuseppe Madonia, la cui parte era stata gia' sequestrata e confiscata con analogo provvedimento antimafia.