Da oltre due mesi senza conoscere il motivo della scomparsa del loro primogenito. Questa è ciò che denuncia una giovane coppia di Sommatino, in provincia di Caltanisseta, che è ancora in attesa del referto sull’autopsia condotta sul corpo del piccolo Ciro Rindone, deceduto a pochi giorni dal parto lo scorso 16 luglio. Il personale medico dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento – sostiene in una nota lo Studio 3A che sta seguendo l'iter giudiziario per conto della coppia “non riuscendo a fornire una spiegazione sulla prematura scomparsa, aveva annunciato di voler condurre l’esame autoptico ma, da allora, Sara Torino e Paolo Rindone, genitori di Ciro, non hanno ricevuto alcuna notizia sui risultati che si sarebbero ottenuti”.
“Di fatto ancora non si comprende se l’autopsia sia stata effettivamente condotta poiché, come i genitori stessi riferiscono – commenta Ermes Trovò, amministratore di Studio 3A – nonostante i medici del San Giovanni di Dio abbiamo detto di aver proceduto, nessuna richiesta ufficiale è stata fatta precedentemente sottoscrivere ai genitori; ne risulta che vi sia un fascicolo aperto presso la Procura di Agrigento e che alcun magistrato abbia disposto l’esame autoptico. Tanto che Sara Torino e Paolo Rindone, assistiti da Studio 3A, hanno depositato nella giornata di ieri una denuncia contro ignoti presso il Tribunale ordinario di Agrigento per conoscere i motivi della scomparsa del piccolo Ciro”.
“La morte di un neonato per motivi apparentemente incomprensibili è certamente un dolore inimmaginabile – aggiunge Trovò –. Ma non sapere se l’autopsia sia stata effettivamente condotta è del tutto inaccettabile. Risulta impossibile comprendere perché ne la Procura non abbia aperto un fascicolo rispetto a questo caso, come di prassi dovrebbe accadere, nè come mai il personale medico dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento non abbia chiesto la formale autorizzazione ai familiari, dichiarando, a quanto riportano i nostri assistiti, di aver comunque proceduto all’esame del corpicino di Ciro Rindone. Auspichiamo che la querela mossa dai genitori possa portare la Procura a far luce su un episodio tanto grave”.