(Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia)Di schiaffi, pugni, insulti e minacce di morte, da lui, ne avrebbe ricevuti a mai finire. E sarebbe stata costretta pure a subire rapporti sessuali contro la sua volontà.
E per cristallizzare questo quadro, già al centro di una misura cautelare a carico dell'ex marito, la procura ha chiesto l’incidente probatorio. Per sentire proprio la donna che quell’inferno lo avrebbe vissuto per anni sulla sua pelle e anche i suoi figli, in audizione protetta. Pure loro bersaglio di maltrattamenti.
È il nuovo atto dell’indagine a carico di un quarantaseienne (assistito dall’avvocato Ernesto Brivido) di recente arrestato per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravati.
E, dinanzi al gip Graziella Luparello, la donna e uno dei figli (assistiti dall’avvocatessa Mariangela Randazzo) hanno confermato ogni passaggio delle precedenti ricostruzioni. Raccontando, l’ex moglie, di maltrattamenti, violenze, botte, stati di ubriachezza continui da parte di lui, minacce di morte e umiliazioni continue. Per un incubo che sarebbe andato avanti per tantissimi anni, a partire dal 2005 fino al dicembre dello scorso anno. Nel luglio di tre anni fa si sono poi separati. Ma non sarebbe stato un passaggio indolore.
Sì, perché già nell’estate di due anni fa, a carico del padre , il tribunale per i minorenni ha emesso un provvedimento di allontanamento da casa. Ma lo avrebbe più volte ignorato. E, nel settembre scorso, lei lo aveva riaccolto in casa per le sue precarie condizioni di salute. Ma si sarebbe riproposto quello che lo stesso giudice ha definito come «sistema di vita doloroso e avvilente».
Conferme, di quel clima angosciante che si sarebbe vissuto in casa, sono arrivate, sempre dinanzi al gip, anche da uno dei figli. Così la procura ha inteso fissare lo scenario probatorio in vista di quello che, in seguito, sarà il processo a carico del presunto marito violento. Che mosso da cieca gelosia avrebbe apostrofato pesantemente la sua donna, prendendola anche a schiaffi, pugni e calci, sbattendole anche la testa contro il muro e minacciandola con frasi del tipo «ti ammazzo… ti uccido».