Pubblicato il: 19/08/2024 alle 08:47
Di tanto in tanto, nel nostro Paese, il tema della “cittadinanza” torna al centro del dibattito politico e sociale. Questa volta sono state le medaglie conquistate per l’Italia da giovani atlete e atleti con background migratorio, nel corso delle Olimpiadi di Parigi 2024, a ricondurre alla ribalta il controverso tema del diritto alla cittadinanza. Problematica che riguarderebbe circa 870 mila studenti e studentesse con cittadinanza non italiana che frequentano le nostre scuole, di cui quasi 7 su 10 nati e nate nel Belpaese: bambini e adolescenti “italiani” di fatto, ma non di diritto.
La legge italiana in materia di cittadinanza risale al 1992 e si basa principalmente sullo Ius Sanguinis, ovvero il principio per cui si acquisisce la cittadinanza per discendenza da un cittadino italiano. La normativa, però, appare a molti anacronistica e non più adatta a rispecchiare la realtà multiculturale della società italiana. Negli anni, diverse proposte di legge hanno cercato di introdurre modifiche al sistema vigente, aprendo a modelli come lo Ius Soli, loIus Scholaee loIus Culturae. Ma, nonostante le diverse proposte di legge presentate negli anni, il dibattito sulla cittadinanza rimane aperto e non risolto.
Da un lato, c’è chi sostiene lo Ius Soli o lo Ius Scholae e ritiene che questi modelli favoriscano l’integrazione e la partecipazione attiva alla vita sociale dei giovani stranieri cresciuti in Italia. Dall’altro lato, c’è chi si oppone a queste proposte (le forze politiche conservatrici, di destra) e teme che possano incentivare l’immigrazione clandestina o creare cittadini “di serie B”. Di certo, nel corso degli ultimi anni, le forze politiche cosiddette “progressiste”, in Italia, hanno perso tante, troppe occasioni per approvare una nuova legge in materia di cittadinanza rispondente alle pressanti esigenze contemporanee.
Ma ecco le diverse proposte in materia di cittadinanza.
Ius Soli: il principio, adottato da molti Paesi, prevede che la cittadinanza venga concessa automaticamente a chiunque nasca sul territorio nazionale, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori. In Italia, lo Ius Soli non è mai stato introdotto, se non in casi specifici come la nascita da genitori ignoti o apolidi.
Ius Scholae: la proposta di legge, al centro del dibattito politico negli ultimi anni, prevede la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana al termine di un ciclo di studi. In particolare, i requisiti generalmente richiesti sono: la nascita in Italia o l’arrivo entro una certa età (ad esempio, 12 anni), la residenza legale e continuativa, e la frequenza regolare di almeno 5 anni di scuola.
Ius Culturae: simile allo Ius Scholae, questa proposta lega l’acquisizione della cittadinanza al completamento di un percorso formativo, che può includere anche percorsi di istruzione e formazione professionale.
Infine, lo Ius Soli Sportivo: secondo la norma attuale i minori stranieri regolarmente residenti in Italia, almeno dal compimento del decimo anno di età, possono essere tesserati presso le federazioni sportive con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani. Ma rimane una barriera: gli stranieri minorenni residenti in Italia ma non cittadini italiani non possono essere convocati per le selezioni nazionali. Per vestire la maglia azzurra devono attendere di diventare maggiorenni. Solo al compimento dei 18 anni, in base alle leggi sulla cittadinanza in vigore in Italia, possono avviare la pratica per ottenere la cittadinanza italiana.
Leandro Janni