Pubblicato il: 12/11/2013 alle 19:40
Èstato firmato oggi il protocollo di intesa tra Confindustria Sicilia e Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiane per supportare gli imprenditori vittime delle estorsioni. Tra le misure previste, la creazione di uno sportello in Sicilia, a Palermo, presso la sede di Confindustria per dare assistenza agli imprenditori sin dalle prime pressioni estorsive fino all'iter processuale. A far da sponda all'accordo, siglato nella prefettura di Caltanissetta, il progetto PonON Sicurezza intitolato “Caltanissetta e Caserta sicure e moderne”, finalizzato allo sviluppo di una rete di tutela del sistema imprenditoriale locale dalle pressioni criminali, dal racket e dall'usura.
A sottoscrivere l'accordo, il presidente onorario della Fai Tano Grasso; il presidente degli industriali siciliani, nonchè vicepresidente di Confindustria con delega per la legalità, Antonello Montante; il Commissario nazionale per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, il prefetto Elisabetta Belgiorno; il prefetto di Caltanissetta, Carmine Valente; e il presidente della Fai, Giuseppe Scandurra.
“Quello di oggi era un protocollo atteso, anche se con la federazione italiana antiracket lavoriamo dal 2005 – ha detto Antonello Montante, presidente degli industriali siciliani e vicepresidente di Confindustria con delega per la legalità – Lo riteniamo strategico non solo perché tutela gli imprenditori, ma soprattutto il mercato”. “Èun momento difficile, la mafia sta alzando il tiro – ha aggiunto Montante – in questi mesi stiamo registrando una serie di resistenze dal territorio perché si sta capendo che finalmente qualcosa sta cambiando, alla mafia fa paura chi ha un ruolo di coordinamento che fa cambiare una mentalità e modo di agire”.
“Questo accordo con Confindustria mette a regime l'esperienza tecnica di 23 anni del movimento antiracket – ha detto Tano Grasso, presidente onorario della Fai – cercando di ridurre il più possibile l'esposizione per l'imprenditore, in questo modo diventiamo il braccio operativo. Gli imprenditori, adesso, non hanno più alibi”. “Questo protocollo nasce da un delibera di Confindustria del 28 febbraio 2010 sull'espulsione degli imprenditori condannati, e non poteva non nascere a Caltanissetta – ha detto il prefetto Elisabetta Belgiorno – è importante mandare da questo territorio esempi come questi: è un sano contagio che speriamo si possa diffondere a livello nazionale. Occorre far capire che il pizzo non è un normale costo di esercizio, l'impresa etica è quella libera da condizionamenti”.
“Si tratta – ha aggiunto il prefetto di Caltanissetta, Carmine Valente – di un'intesa che racchiude più anime, ma che ha un unico obiettivo: sostenere gli imprenditori che vogliono ribellarsi al racket. Oggi le istituzioni stanno dimostrando di essere al fianco delle aziende sane per liberarle da una inaccettabile intermediazione parassitaria e criminale”.