Pubblicato il: 01/09/2024 alle 10:42
CATANIA – Sono stati due eventi di grande jazz quelli di Dado Moroni e Roberto Gatto all'interno della corte Mariella Lo Giudice del Palazzo della Cultura di Catania per la seconda rassegna “Nuovi confini” organizzata dall'associazione Algos di Catania in partnership con Produzioni Raffaello, e con la direzione artistica di Nello Toscano per la parte musicale e di Giovanni Anfuso per la parte teatrale, all'interno del Catania Summer Fest, il cartellone culturale estivo promosso dal Comune di Catania. E migliore chiusura per “Nuovi confini” non era possibile grazie al concerto del Dino Rubino Quartet – con Dino Rubino al pianoforte, Nello Toscano al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria, special guest il sassofonista argentino Javier Girotto – in calendario martedì 3 settembre, alle 21.15.
«Javier è un amico di vecchia data, chiudere con lui è proprio una bella cosa – commenta Dino Rubino, che dell'associazione Algos è anche presidente oltre a dirigere anche il Monk Jazz Club, il palcoscenico al chiuso di Algos all'interno di Palazzo Scammacca -. Abbiamo fatto negli anni tanti concerti insieme quindi abbiamo un repertorio infinito di una circa 40 brani un po' miei e un po' di Javier. E proprio con questa formazione Javier ha suonato per l'esordio del Monk jazz Club nel 2017».
La collaborazione tra Javier Girotto e Dino Rubino nasce nell’estate del 2010 al Festival Jazz di Piazza Armerina e già dal primo incontro si avverte una sintonia ed un’affinità speciale tra la sensibilità argentina da un lato e quella mediterranea dall’altro che rendono il concerto un evento di grande impatto emotivo. Da allora il gruppo – con Nello Toscano al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria – ha continuato negli anni a proporsi affinando la produzione artistica realizzando una profonda intesa estetica.
Nello Toscano, socio di Algos e direttore artistico della parte musicale di “Nuovi confini”: «Sono molto soddisfatto dell'edizione 2024 della rassegna perché oltre ad aver ospitato musicisti di grande levatura come Dado Moroni e Roberto Gatto e rispettive band, sono stati progetti nuovi passati inoltre da rassegne importanti come Umbria Jazz e Torino Jazz Festival. Sono contento anche per la ottima risposta del pubblico. Sono felice, poi, di chiudere con l'amico Javier Girotto. Con questa formazione periodicamente facciamo dei concerti, suonando un po' di brani di Dino altri di Javier ed alcuni nuovi. Un concerto che sarà anche divertente per noi musicisti che amiamo sempre ritrovarci sullo stesso palco».
L’originalità e le peculiarità dell’approccio strumentale di Girotto (sax soprano, baritono e flauti) – certamente tra gli artisti del jazz più versatili, portavoce autentico di un’idea di jazz senza frontiere, inteso come musica di contaminazioni, sperimentazione ed incontro – traspaiono dal modo in cui costruisce melodie struggenti, impregnate dell’humus del patrimonio argentino (sia popolare che colto), ricche di risvolti reconditi e sfumature ora delicate, ora sanguigne.
Grande protagonista del jazz contemporaneo italiano e internazionale, Javier Girotto, argentino di Cordoba dove è nato nel 1965, è anche un assiduo frequentatore della musica argentina, del tango in particolare, di cui è uno dei principali esponenti in Europa, sin dalla metà degli anni Novanta quando, già stabilmente in Italia, pubblicò il primo di dieci dischi con gli Aires Tango, formazione di riferimento di quella rilettura del tango con elementi jazzistici che ha appassionato decine di migliaia di spettatori nel corso degli anni. Per non parlare dei duo, negli Anni 2000, con il bandoneonista Daniele Di Bonaventura e con il fisarmonicista Luciano Biondini. Ma Girotto è anche un musicista che passa con estrema disinvoltura al jazz classico, alle formazioni in solo, duo, trio, con grandi orchestre o sestetti di soli fiati. Al suo attivo ha una trentina di dischi e vanta importanti collaborazioni con musicisti di tutto il mondo.
Le attività a Catania dell'associazione Algos riprenderanno a metà ottobre con l'ottava stagione del Monk Jazz Club, seconda all'interno di Palazzo Scammacca.