Pubblicato il: 13/09/2024 alle 09:59
(di Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Condannato un sospetto pedofilo. Un volontario della Croce rossa che, durante un campo scout, avrebbe allungato le mani su una tredicenne. Nel gran calderone del fascicolo anche materiale pedopornografico scovato nel suo computer.
E adesso il quarantunenne F.S. (assistito dagli avvocati Raffaele e Riccardo Palermo) è stato condannato a 9 anni di carcere – contro i 13 anni e mezzo chiesti dal pm al termine della requisitoria – per violenza sessuale aggravata, detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico.
Questo il verdetto emesso dal tribunale presieduto da Francesco D’Arrigo, che ha pure riconosciuto un risarcimento dei danni in favore delle parti civili, ossia i familiari della ragazzina (assistiti dall’avvocato Simone Lupo) e la stessa Croce Rossa (rappresentata dall’avvocato Giuseppe Passanisi) , oltre a una provvisionale di 5 mila euro.
Così si è chiusa questa prima parentesi processuale di una vicenda che cinque anni fa, su ordinanza di custodia cautelare, ha fatto scattare l’arresto del sospetto pedofilo.
Secondo la tesi accusatoria, durante un campo scout in città il volontario avrebbe avvicinato la minorenne allungando le mani su lei. Palpeggiandola nelle parti intime. La ragazzina ha raccontato tutto ai genitori che si sono subito presentati ai carabinieri per presentare denuncia. Il resto lo hanno fatto le indagini dei carabinieri.
Fin qui l’accusa. Perché lui, l’imputato, si è difeso sostenendo che l’adolescente quel giorno accusava crampi allo stomaco e forti dolori. Fino a vomitare. E lui l’avrebbe solo aiutata a girarsi su un fianco.
Ma una volta scattata l’indagine, nel suo pc è stato rinvenuto materiale pedopornografico che, secondo gli inquirenti, lui avrebbe contribuito a diffondere. E la sua posizione si è ulteriormente appesantita.