Pubblicato il: 17/12/2013 alle 10:52
Torna in carcere l'impresario di pompe funebri sancataldese Diego Calì, detto Dino, arrestato oggi dai carabinieri della Tenenza di San Cataldo e del Nucleo operativo radiomobile per avere violato la sorveglianza speciale alla quale era sottoposto, dopo la condanna per mafia e per l'omicidio – ancora non definitive – del cugino e concorrente Totò Calì, ammazzato a San Cataldo nel dicembre del 2008 e del tentato omicidio del nipote Stefano Mosca, anche lui titolare di un'agenzia di onoranze funerarie a San Cataldo. Tutti protagonisti della cosiddetta faida del caro estinto, sfociata poi nell'operazione Nuovo mandamento che sgominò una banda di emergenti mafiosi.
Da tempo Dino Calì era monitorato dagli investigatori, perchè più volte era stato sorpreso a violare l'obbligo di non frequentare persone con precedenti penali. Stamattina l'impresario di onoranze funebri – sul quale pendeva l'obbligo di dimora nella sua città – è stato sorpreso a bordo di un suv con un pregiudicato sancataldese. Una frequentazione che andava avanti da mesi. Oggi il controllo che ha cacciato nei pasticci Calì che dopo gli accertamenti è stato trasferito nel carcere di Caltanissetta.