Pubblicato il: 19/12/2013 alle 15:58
Le Fiamme Gialle di Palermo hanno arrestato cinque persone, tra cui tre militari della Guardia di Finanza, nell'ambito di un'inchiesta su un presunto giro di mazzette. La notizia è stata confermata in Procura. I titolari dell'inchiesta sono l'aggiunto Leonardo Agueci e il pm Alessandro Picchi. Avrebbero simulato presunte irregolarità emerse durante controlli fiscali e minacciato un imprenditore e un professionista di multarli se non avessero dato loro denaro: queste le accuse nei confronti dei tre finanzieri arrestati oggi dalle Fiamme Gialle per un presunto giro di mazzette. I resti contestati sono tentativo di concussione, induzione alla corruzione e corruzione. I finanzieri si sarebbero detti disponibili ad aggiustare tutto in cambio di tangenti. Le vittime, insospettite da alcune anomalie nei controlli, hanno denunciato tutto alla Finanza. Le Fiamme Gialle si sono rivolte alla Procura che ha aperto un'inchiesta.
L'inchiesta che ha portato all'arresto di tre finanzieri è scattata a maggio scorso. Un imprenditore e un professionista si sono presentati al comando della Guardia di Finanza e hanno raccontato di avere subito un anomalo controllo fiscale. Hanno riferito, inoltre, di essere stati avvicinati da un vetraio, Silvio Greco, originario di Agrigento e da Gabriele Specchiarello, impiegato presso una ditta. Entrambi sono stati arrestati. I due gli avevano anticipato che da lì a poco sarebbe potuto arrivare un controllo fiscale che avrebbe portato a guai seri, ma li avrebbero rassicurati che c'era la possibilità di mettere tutto a posto.
Per rendere tutto credibile dopo qualche giorno dalle vittime si sono presentati i tre finanzieri: Ferdinando Rinaldo, Felice Monterosso e Tobia Imparato, che avrebbero messo in scena – si legge nella misura cautelare – «un finto e approssimativo controllo fiscale». Poi le tre fiamme gialle avrebbero confermato che ci sarebbe stata la possibilità di sistemare tutto. Il comando provinciale della Finanza, a cui le vittime si sono rivolte, ha fatto presentate loro la denuncia e sono scattate le indagini coordinate dall'aggiunto Leonardo Agueci e dal sostituto Alessandro Picchi. Gli stessi finanzieri hanno immediatamente accertato che i tre colleghi, poi arrestati, non erano addetti alle verifiche fiscali, Rinaldo e Monterosso sono impiegati amministrativi, mentre Imparato lavora al settore Navale. L'inchiesta è stata condotta grazie a intercettazioni e pedinamenti. Nel corso dell'indagine sono stati accertati anche altri altri episodi di corruzione. Sempre con lo stesso metodo Greco e Specchiarello e i tre finanzieri avrebbero chiesto e ottenuto dal titolare di un distributore di benzina di Carini soldi e benzina gratis.
La vittima, che non aveva regolare autorizzazione per esercitare l'attività, ha subito il ricatto. L'impianto, però, poco dopo, è sequestrato questa volta nel corso di un vero controllo della Finanza e il titolare denunciato. Le vittime della banda sarebbero state diverse: tra loro anche alcuni pescatori di Isola delle Femmine che avrebbero consegnato ai militari arrestati pesce pregiato e soldi. In cambio venivano in anticipo dei controlli delle motovedette della Guardia di Finanza.