Pubblicato il: 24/12/2013 alle 08:56
“Sembrano ancora troppo tiepidi i consumi di articoli di moda, abbigliamento e calzature. Di certo, le tredicesime si sono volatilizzate con il doppio saldo Imu e Tares. Aumentano, comunque, sotto Natale, le speranze che, nonostante le preoccupazione, la demoralizzazione e lo sconforto, gli italiani non rinuncino alla tradizione del regalo”. Lo dice a Labitalia il presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi. “E' evidente -sostiene- che, con questo quadro economico, il Natale si preannuncia molto sobrio, con spese oculate con un modello di consumo tornato simile a quello di anni lontani, col netto prevalere di acquisti all'insegna del risparmio. Privilegiati gli accessori di abbigliamento, e quindi cravatte, foulard, guanti, sciarpe, cappelli e piccola pelletteria, mentre per la vendita dei capi spalla si attende l'avvio dei saldi”.
Nel ‘Fashion report' di Federazione Moda Italia, sono inserite le previsioni di spesa nel periodo natalizio, a partire dal dato che più di un italiano su due (il 53,4%) acquisterà capi di abbigliamento per i regali di Natale. Un italiano su sei (il 17%), infatti, prevede di non fare alcun regalo di ogni tipo, mentre un po' più del 10% ipotizza di fare regali ma non di capi di abbigliamento. Inoltre, il 19% acquisterà abbigliamento ma non nel periodo natalizio essendo orientato ad aspettare i saldi. Tra questi, il 28% investirà meno di 50 euro; il 19% tra 50 e 100 euro; il 27% tra 100 e 200 euro; il 10% spenderà tra i 200 e i 500 euro; il restante 3% supererà questa soglia ma nella maggioranza dei casi non andando al di là dei 1.000 euro.
Quanto al trend, si assiste a un vero e proprio tracollo del settore, se si calcola che coloro che all'inizio di dicembre prevedevano di non fare acquisti di abbigliamento sino all'Epifania sono cresciuti in due anni dal 21% al 47%; nel contempo, il mix di prezzo si è spostato verso il basso, con la riduzione a un terzo degli spenders ‘alti' (dal 14% al 4,5%), mentre si è ridotta assai anche la fascia tra i 100 e i 300 euro (dal 32% al 20%).
Guardando, invece, all'anno che ci sta lasciando, dall'Osservatorio Acquisti CartaSi sulle spese effettuate nei primi undici mesi dagli italiani con carta di credito in abbigliamento, calzature, accessori, pellicce, pelletterie e valigerie e articoli sportivi in Italia, emerge un calo complessivo del 6,57% rispetto a quanto speso nei primi undici mesi del 2012. In particolare, il solo settore degli accessori moda, vede un incremento degli acquisti pari al 3,81%, mentre segno meno registrano le calzature (-8,21%) e l'abbigliamento (-6,53%), le pellicce (-6,93%) e le pelletterie-valigerie (- 7,33% da aprile a novembre 2013) e infine gli articoli sportivi (-0,87% da aprile a novembre).
Quanto alle performance regionali, il Trentino Alto Adige (con un 2,85%) è la regione che registra un lieve miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2012, con alcune Regioni come Lombardia (-3,40%), Liguria (- 4,16%), Veneto (-5,46%), Emilia Romagna (-5,62%) e Marche (-6,05%) che hanno registrato performance negative, ma meno rispetto alla media (pari a -5,57%).
Perdite moderatamente importanti si sono avute nelle Regioni Toscana (-7,76%), Abruzzo e Molise (-7,92%) e Lazio (-7,84%). Peggio è andata a Piemonte e Val d'Aosta (-9,17%), Umbria (-9,25%), Sicilia (-9,31%), Puglia (-9,44%) e Friuli Venezia Giulia (-9,51%). Perdite sensibili si sono registrate infine nelle Regioni Basilicata e Calabria (-10,77%), Campania (-12,96%) e, soprattutto, in Sardegna (-17,03%).