Pubblicato il: 25/12/2013 alle 11:19
Il conflitto in Siria, denuncia il Papa, ha spezzato “troppe vite”, si risparmino “altre sofferenze al popolo”, “le parti in conflitto mettano fine ad ogni violenza e garantiscano l'accesso agli aiuti umanitari”. Preghiamo anche con i credenti di altre fedi, per la pace in Siria.
“La vera pace – ha detto il Papa – non è un equilibrio tra forze contrarie. Non è una bella ‘facciata', dietro alla quale ci sono contrasti e divisioni. La pace è un impegno di tutti i giorni, ma la pace è artigianale, che si porta avanti a partire dal dono di Dio, dalla sua grazia che ci ha dato in Gesù Cristo. Guardando il Bambino nel presepe, bambino di pace, pensiamo ai bambini che sono le vittime più fragili delle guerre, ma pensiamo anche agli anziani, alle donne maltrattate, ai malati. Le guerre spezzano e feriscono tante vite!”.
Papa Francesco, nel suo primo messaggio natalizio “Urbi et Orbi”, invita “tutti” ad associarsi al canto degli angeli nella notte di Natale, un canto di pace che, ha spiegato dalla finestra affacciata su piazza San Pietro, “è per ogni uomo e donna che veglia nella notte, che spera in un mondo migliore, che si prende cura degli altri cercando di fare umilmente il proprio dovere”. “A questo prima di tutto ci chiama il Natale: – ha rimarcato papa Bergoglio davanti alla piazza gremita – a dare gloria a Dio, perché è buono, è fedele, è misericordioso. In questo giorno auguro a tutti di riconoscere il vero volto di Dio, il Padre che ci ha donato Gesù. Auguro a tutti di sentire che Dio è vicino, di stare alla sua presenza, di amarlo, di adorarlo. E ognuno di noi – ha detto – possa dare gloria a Dio soprattutto con la vita, con una vita spesa per amore suo e dei fratelli”.
Siamo un popolo in cammino tra luci e ombre. Gesù non è soltanto un maestro di sapienza, un ideale a cui tendiamo ma da cui sappiamo di essere inesorabilmente lontani. I pastori sono stati i primi a vedere Gesù perché erano tra gli ultimi e tra gli emarginati. Questi gli elementi principali che papa Francesco ha offerto alla riflessione dei fedeli nella sua prima messa della notte di Natale celebrata da Papa, nella basilica di San Pietro, aiutato da oltre 300 tra cardinali, vescovi e sacerdoti.
Papa Francesco ha commentato in particolare il brano del profeta Isaia che descrive il “popolo che camminava nelle tenebre” e che a un certo punto vede “una grande luce”. Bergoglio ha ricordato che nella vita del popolo come in quella delle persone “si alternano momenti di luce e di tenebra, fedeltà e infedeltà, obbedienza e ribellione; momenti di popolo pellegrino e di popolo errante”. “Anche nella nostra storia personale – ha osservato il papa latinoamericano – si alternano momenti luminosi e oscuri, luci e ombre. Se amiamo Dio e i fratelli, camminiamo nella luce, ma se il nostro cuore si chiude, se prevalgono in noi l'orgoglio, la menzogna, la ricerca del proprio interesse, allora scendono le tenebre dentro di noi e intorno a noi. ‘Chi odia suo fratello, scrive l'apostolo Giovanni, – ha citato il Pontefice – è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi'”. Una decina di minuti prima dell'inizio della messa, è stato intonato il canto della “Kalenda”, l'antico annuncio del Natale che ricapitola la storia in attesa del Signore. Dopo la Kalenda, il Papa ha guidato la processione d'ingresso, durante la quale sono state suonate a distesa le campane della basilica, e intonato il Gloria. Papa Francesco ha quindi deposto il Bambinello nella mangiatoia, ai cancelli dell'altare della Confessione. Al termine della messa poi, il Papa ha portato il Bambinello in processione fino al presepio. Lì 10 bambini in rappresentanza dei diversi continenti, hanno deposto fiori davanti alla statuina. Per antichissima tradizione la Chiesa celebra questa messa nella notte per ricordare il silenzio che avvolgeva il mondo prima della rivelazione della parola di Dio e le tenebre che nascondevano la notte prima che la luce del Signore rivelasse ai pastori l'annuncio della nascita di Gesù. I brani biblici sono stati letti in inglese, italiano e spagnolo, il Vangelo e' stato proclamato in latino e le preghiere dei fedeli in aramaico, francese, cinese, italiano e polacco”