Pubblicato il: 24/09/2024 alle 10:33
“Antonello Montante mi disse di avere salvato la carriera politica di Giuseppe Lumia alle elezioni nazionali del 2008, facendolo reinserire nella lista del Pd”. All’udienza di ieri del maxiproesso sul “Sistema Montante”, celebratasi davanti il Tribunale Collegiale di Caltanissetta, dopo le tre precedenti udienze dedicate all’esame effettuato dai pubblici ministeri, Claudia Pasciuti, Davide Spina e Dario Bonanno, Alfonso Cicero, “teste chiave” e parte civile per le molteplici ritorsioni subite dal “Sistema Montante”, è ritornato in aula per rispondere, in controesame, alle domande postegli dal suo difensore di fiducia l’avvocato Annalisa Petitto. Cicero, ha riferito al Tribunale che l’ex assessore regionale Linda Vancheri gli confidò – dopo la notizia dell’indagine per concorso esterno alla mafia emersa il 9 febbraio 2015 da un articolo di Repubblica a firma di Attilio Bolzoni – di essere preoccupatissima per il fatto che “Gioacchino Montante, detentore di segreti sul conto del fratello Antonello Montante e, anche, Giovanni Crescente, ex direttore di Confindustria Caltanissetta, potessero rivoltarsi contro l’ex paladino antimafia Montante”. Inoltre, Montante disse a Cicero, sempre secondo quanto raccontato in aula dallo stesso teste di “essere riuscito a salvare la carriera politica di Giuseppe Lumia per averlo fatto reinserire nelle liste del Pd alle elezioni nazionali del 2008, dopo che era stato, ufficialmente, escluso dal suo partito”. “Montante, nel 2014 mi disse che avrebbe fatto fare un “giro” da assessore, anche, al suo “pupillo” Gianluca Miccichè (ex deputato regionale di Caltanissetta) – ha continuato Cicero – fatto, poi, effettivamente verificatosi nel 2015 con la nomina di Miccichè ad assessore della famiglia della giunta regionale presieduta da Rosario Crocetta. Nel 2015, Montante, per tramite di un suo fidato collaboratore, aveva fatto arrivare le sue “ambasciate” ad Alida Maria Marchese, soggetto di Confindustria Caltanissetta, da sempre vicinissima a Montante e destinataria di molteplici incarichi pubblici, per la convocazione della Marchese davanti i pubblici ministeri, quale persona informata sui fatti, nell’ambito dell’indagine a carico di Montante”. “Nel 2015 – ha continuato Cicero rievocando altre vicende – ho ricevuto due fotografie, consegnate, immediatamente, alla DDA di Caltanissetta, che immortalavano seduti nello stesso tavolo a cena, nel ristorante di un albergo di Cefalù, Montante, a quel tempo sotto indagine per concorso esterno alla mafia, Crocetta, l’allora assessore regionale Mariella Lo Bello e l’ex commissario dell’Irsap Mariagrazia Brandara. L’altra fotografia immortalava, stavolta, nelle ore mattutine, Montante, la Lo Bello e la Brandara, che conversavano in modo confidenziale nel giardino della stessa struttura alberghiera di Cefalù”. Cicero, altresì, ha descritto, sempre in modo molto circostanziato, le ulteriori numerose ritorsioni subite negli anni ideate, a suo dire, da Montante e poste in essere da Crocetta, Brandara e Lo Bello – con la complicità di taluni burocrati della regione siciliana e dell’Irsap che in cambio ricevevano incarichi di rilievo – mediante la presentazione di denunce poi tutte archiviate all’autorità giudiziaria per infondatezza dei fatti, ispezioni attivate a tutto campo nel suo ambito lavorativo, incessanti ed estese campagne mediatiche, accuse propalate davanti la commissione nazionale antimafia e diverse commissioni legislative dell’Ars, azioni mirate, secondo quanto ha riferito il teste “a procurarmi rilevanti danni economici e ripercussioni, anche, nell'ambito lavorativo. Ritorsioni che – continua Cicero – Montante aveva annotato, minuziosamente, nel dossier di 300 pagine che aveva redatto per colpirmi, sotto ogni ambito e profilo, sequestrato dalla Squadra Mobile nell’ambito delle indagini condotte dalla DDA di Caltanissetta, finalizzate a screditarmi davanti l’autorità giudiziaria e l’opinione pubblica per depotenziare le denunce che avevo presentato alla DDA nissena nei confronti suoi e dei suoi sodali”. La prossima udienza si terrà il 30 settembre prossimo, ove il “teste chiave” Cicero verrà contro esaminato dai difensori degli imputati.