Pubblicato il: 11/01/2014 alle 17:25
Alfredo Fiaccabrino
Riceviamo e pubblichiamo una testimonianza diretta del consigliere comunale Alfredo Fiaccabrino, che riveste il ruolo di presidente della Commissione Trasparenza al Comune di Caltanissetta, che in una lettera racconta la sua esperienza trascorsa al Pronto soccorso dell'ospedale “Sant'Elia” il giorno dopo aver affrontato in Consiglio comunale i problemi legati alla gestione dei servizi ospedalieri.
Egregio Commissario Virgilio, ho seguito con attenzione quanto da Lei asserito nell’ultima seduta di Consiglio Comunale e in particolare la Sua puntualizzazione sul fatto che l’elenco delle innumerevoli disfunzioni segnalate in tale sede non erano ascrivibili a fatti concreti, quindi non supportati dai dati precisi ma scaturivano per la maggior parte da un difetto di comunicazione. Ora, anche dopo aver preso visione di quanto da Lei tempestivamente dichiarato a mezzo stampa, ritengo che sia doveroso da parte mia, nella qualità non solo di consigliere comunale ma prioritariamente di utente, renderla edotta della mia esperienza personale.
Mercoledì scorso, guarda che coincidenza, il giorno susseguente alla predetta seduta di consiglio comunale straordinario, a causa un piccolo malore sono stato costretto, mio malgrado, a dovere fruire delle prestazioni del pronto soccorso del Sant’Elia. Appena giunto alle 7.30 del mattino prendevo atto con stupore che non c’era nessuno in sala d’attesa e quindi potevo essere velocemente assistito. Allora ho pensato: ho attaccato forse ingiustamente il Prof. Virgilio in consiglio?
Vittorio VirgilioMa non era così, ero stato solo fortunato! Infatti subito dopo essere stato visitato e trasferito presso l’osservazione breve, nelle anguste sale delle pronto soccorso si è scatenato l’ormai quotidiano inferno dantesco. Una interminabile fila di utenti si è velocemente formata al triage, un flusso costante di malati entravano nella sala di medicazione dove solo due medici in servizio, pochi infermieri e portantini, guidati solo dallo stoico attaccamento alla loro professione, cercavano di arginare le pressanti richieste degli utenti, con il rischio reale di commettere errori che, lavorando così sotto stress, non possono essere sicuramente a loro imputati.
E poi gente che da tre giorni e più, nonostante la Sua orgogliosa affermazione di mantenimento dei posti letto (anche se ha provveduto ad aumentare quelli di Gela), aspettava sulle poltrone o sulle lettighe del Pronto Soccorso, l’agognato ricovero. Che dire inoltre di chi era costretto ad accompagnare, spingendo materialmente sedie a rotelle o barelle, i propri cari nei vari reparti per le consulenze al fine di dare una mano al personale che risultava deficitario in numero ma non in professionalità (se Maometto non và alla montagna, la montagna và da Maometto).
Ma dopo le ore venti l’apoteosi. Il pronto soccorso diventa un porto di mare. Gente che entra e che esce in numero sconsiderato; ragazzini che si rincorrono nei corridoi del P.S. e nelle sale stracolme di malati e relativi assistenti. Tutto questo perché “qualcuno” ha ritenuto opportuno sopprimere, solo ed esclusivamente per un risparmio economico, la presenza della guardia giurata nelle ore notturne.
Il tutto, come ho potuto costatare, è continuato in un clima surreale sino alle ore 23:50 non perché concluso, ma perché finalmente arrivava con più di due ore di ritardo, il referto del mio ultimo esame (in quel marasma chi lo doveva prendere, forse io!). Sono stato dimesso dal medico di turno, con la prescrizione di effettuare un ECG con test da sforzo ma nel frattempo, lo stesso medico, mi comunicava che l’esame prescritto non avrei potuto effettuarlo al Sant’Elia in quanto l’apparecchiatura necessaria era guasta.
Ciò, Egregio Prof. Virgilio, per me non era una novità; infatti era stato comunicato telefonicamente da un solerte impiegato ad un mio stretto familiare, che il suddetto test, prenotato il 6 novembre 2013 e da effettuarsi il 13 gennaio 2014 non poteva essere eseguito poiché l’apparecchiatura era guasta e per tale motivo, lo stesso, rimandato a data da destinarsi.
Preciso inoltre che, durante la mia permanenza (ben più di sedici ore) in P.S., non mi sono accorto né della sua presenza né di quella del primario, nonostante Lei stesso abbia dichiarato in consiglio di effettuare visite quotidiane in tutti i reparti. Allora Illustrissimo Commissario le disfunzioni, solo accennate in Consiglio Comunale, erano cagionate da errore di “comunicazione” o da errore di “gestione”? A mio parere è valida la seconda ipotesi, visto che Lei frettolosamente e in pompa magna durante una conferenza stampa ha asserito di averle finalmente e definitivamente risolte. Allora la mia richiesta di dimissioni Sue e del Suo management erano e sono così infondate? Ci voleva un Consiglio Comunale perché Lei e i suoi più stretti collaboratori Vi accorgesse di quello che giornalmente succede in tutti i reparti del Sant’ Elia e non solo? Se è necessario facciamo una serie di consigli comunali per attenzionarVi la mancanza di personale nei singoli reparti o i guasti di ogni attrezzatura? O per farci chiarire per esempio il perché, il giorno del suo incontro con la stampa, per prenotare un ecodoppler, dopo una fila interminabile al PUC (provi Lei a tutt’oggi a prenotare telefonicamente o via e-mail) viene riferito che essendo stato richiesto un esame urgente la prestazione non può essere soddisfatta se non prima di otto mesi e, la beffa, non si può neanche prenotare se non facendosi modificare la ricetta dal medico richiedente, ovviamente rifacendo un’altra giornata di fila? O per segnalarvi che disinfettare lo strumentario e solo dopo potere procedere nella visita, peraltro senza l’ausilio delle apparecchiature specialistiche perché, guarda il destino, guaste? O dove sta l’economicità per cui per fare una gastroscopia un degente dell’ospedale nisseno deve essere trasportato in ambulanza al Maddalena Raimondi di San Cataldo per poi essere riportato nel nosocomio nisseno? E che dire della cardiologia…..?
Se prendiamo queste vicissitudini sopra richiamate che nell’arco di meno di un mese ho personalmente, e quindi senza che Lei le possa smentire, subìto e le moltiplichiamo per il numero di utenti che frequentano quotidianamente le varie strutture dell’ASP nissena che Lei regge, quanti consigli comunali dovremmo celebrare? Tragga allora le dovute conclusioni. Se Lei non è in grado di farsi garantire, da chi ha proceduto alla sua nomina fiduciaria, la disponibilità economica necessaria per rendere efficienti le strutture dell’area nord della provincia nissena, valuti seriamente quanto le ho invitato a fare, come rappresentante della comunità nissena e non a titolo personale come richiesto da un ns. deputato regionale, in seno alla seduta di consiglio del 7 gennaio. Prenda atto della situazione e si dimetta invitando tutto il suo top management a fare lo stesso.
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