Pubblicato il: 12/01/2014 alle 11:22
Sono scesi per strada gli studenti ad Agrigento, in particolare quelli della facoltà di Archeologia dell’Università dei Beni Culturali della città dei Templi, che hanno marciato da Villa Genuardi al posto di ristoro dinanzi al Tempio di Ercole. I laureandi e laureati denunciano il mancato riconoscimento della figura professionale dell’archeologo. La “serrata” agrigentina da parte di chi è impegnato nella salvaguardia del variegato e ricco patrimonio storico artistico siciliano s'è svolta in contemporanea con quella di Roma dove in piazza del Pantheon si sono ritrovati archeologi, archivisti, bibliotecari, storici dell'arte, demoetnoantropologi, restauratori, operatori museali e turistici e artisti per chiedere “più tutele a chi tutela”. Si tratta della prima manifestazione nazionale dei professionisti dei beni culturali con cui si chiede “dignità e riconoscimento per i professionisti dei beni culturali – si legge in una nota dell'Associazione nazionale archeologi – un nuovo concorso pubblico in grado di premiare competenze e merito e la riformulazione completa del bando ‘500 Giovani per la Cultura': da pseudo-formazione a opportunità reali di lavoro. Per la prima volta oltre 40 sigle tra organizzazioni di categoria, culturali e sindacali del mondo della Cultura e dei Beni Culturali sono in piazza per chiedere un'inversione di rotta proprio al governo, che ad agosto – spiega l'Associazione archeologi – aveva annunciato il Decreto Valore Cultura come ‘primo segnale di inversione di tendenza: attrarre investimenti nella cultura è tra le nostre priorità', affermando con grande enfasi, per bocca del presidente del Consiglio Letta: ‘Daremo lavoro a 500 giovani per la Cultura'. Ma all'enfasi degli annunci sono seguite misure deludenti. Quello che serve è una seria politica per la buona occupazione”. Su twitter il commento del ministro dei Beni culturali e del Turismo, Massimo Bray: “Condivido la protesta dei professionisti della cultura per i blocchi alle assunzioni e mi impegno a portare le loro ragioni al governo”.