Pubblicato il: 22/01/2014 alle 07:00
Gli operai in attesa dell'ascensore
Se è vero, come è vero, che una immagine vale più di mille parole allora le foto che pubblichiamo meriterebbero il silenzio assoluto. Invece suscitano stupore e speriamo anche un pizzico di vergogna da parte di chi gestisce (?) la sanità locale. Sono scatti eloquenti quelli realizzati l'altra mattina da un nostro lettore nel corridoio antistante l'ingresso del Centro Trasfusionale al primo piano dell'ospedale “Sant'Elia”, da anni diventato un cantiere aperto a causa degli interventi di ristrutturazione dei vari reparti.
Le foto mostrano due operai che escono dalla divisione medica con altrettante carriole cariche di detriti che attraversano i corridoi, sporcano il pavimento e attendono l'ascensore destinato esclusivamente al trasferimento da un livello all'altro di degenti in barella o lettiga, provenienti dal pronto soccorso, dalle sale operatorie e dalle unità operative. Inevitabilmente i pazienti vengono a contatto con polvere, sporcizia. Insomma, entrano in contatto con un ambiente poco salubre e a rischio infezioni. Ma è uno scempio che non meritano di guardare neanche i familiari degli ammalati né i visitatori che giornalmente si recano in ospedale, come quelli immortalati nella sala d'attesa.
“Èstato semplicemente vergognoso assistere a questa scena – è la denuncia del nostro lettore che ha documentato tutto con il proprio telefonino – peraltro per terra, nella sala d'aspetto del reparto di Neurologia, c'era una lunga scia di terriccio e fanghiglia, in quanto fuori pioveva. Ma chi vigila se nel nostro ospedale vengono rispettate le norme igienico-sanitarie? Si parla tanto di garantire qualità dei servizi sanitari, ma qui manca il fondamentale rispetto nei confronti di chi sta male. Èinaccettabile che l'elevatore per il trasferimento dei pazienti sia utilizzato come mezzo di comodo dagli operai”.
Legittimo a questo punto porsi un paio di quesiti e pretendere – sì, pretendere è il termine appropriato – altrettante e soddisfacenti risposte. I dirigenti dell'ospedale “Sant'Elia” sono a conoscenza di ciò che accade durante i lavori nel grande cantiere multipiano allestito nel nosocomio? La ditta aggiudicataria dell'appalto della ristrutturazione è dotata di un tubo di scarico esterno del materiale di risulta collegato ad un cassone che viene svuotato quando è colmo, peraltro prevista dalla normativa? E se l'impresa è munita di un tubo e di un cassone, perché questi strumenti non sono stati utilizzati preferendo invece il viavai di carriole stracariche di mattonelle e polvere su e giù per gli ascensori e per i corridoi ospedalieri, luoghi che per vocazione dovrebbero asettici? Manager e burocrati ospedalieri, battete un colpo.