Pubblicato il: 22/01/2014 alle 17:27
“Potenziare la scorta a Di Matteo come a tutti i magistrati che oggi sono a rischio e' un atto dovuto da parte dello Stato perche' non si possono lasciare da soli i magistrati esposti nella lotta a Cosa nostra”. Lo ha detto il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari, he indaga sulle minacce rivolte da Riina ai Pm del processo per la trattativa Stato-mafia. “Certamente -ha osservato Lari – le minacce lanciate dal carcere da Toto' Riina le prendiamo molto sul serio perche Salvatore Riina, in Sicilia, resta il numero uno di Cosa nostra. Bisogna stabilire quali siano fuori dal carcere i soggetti che abbiano eventualmente ricevuto ordini da parte di Riina o ritengano di condividere le valutazioni che Riina sta facendo in ordine all'opportunita' di proseguire in quello stragismo di cui e' stato protagonista negli anni 92 e 93”.
“A rischio non c'e' solo Di Matteo ma anche altri magistrati di altri distretti giudiziari, che sono impegnati nell'attivita' di contrasto alla mafia e che stanno dimostrando di non mollare la presa”, ha aggiunto Lari, secondi cui “Cosa nostra sta registrando sconfitte una dietro l'altra soprattutto nel settore delle misure di prevenzioni patrimoniali, sta mantenendo il regime del 41 bis e le collaborazioni con la giustizia tuttavia proseguono. Direi -ha proseguito Lari- che Cosa nostra sta prendendo atto che ne' la politica di inabissamento voluta da Provenzano ha prodotto risultati positivi, ne' tantomeno quella di contrapposizione violenta allo Stato voluta da Riina. Quindi e' una situazione di stallo dalla quale Riina vorrebbe proseguire con una strategia di attacco alle istituzioni che credo oramai abbia fatto il suo tempo”.