Pubblicato il: 25/01/2014 alle 10:58
Decine di migliaia di procedimenti penali avviati, nonostante i pesanti vuoti d'organico, mentre le cosche mafiose – seppur indebolite da arresti, condanne e confische – restano sempre operative nel Nisseno. Di contro, però, nella provincia di Caltanissetta la ribellione antiracket non ha avuto quella scossa che s'è registrata in altre città siciliane. E' un altro dei dati che emerge dalla relazione del presidente della Corte d'Appello di Caltanissetta, Salvatore Cardinale, illustrati durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario.
“I procedimenti penali riguardanti indiziati noti, annotati presso tutte le Procure della Repubblica del Distretto (compresa quella dei minorenni) sono stati complessivamente 11.970 (n. 12.539 nell’anno precedente); quelli contro ignoti sono stati complessivamente 8.366 (7.863 nell’anno precedente). Le iscrizioni per omicidio volontario presso le varie Procure della Repubblica sono state 28 (39 nell’anno precedente), con una riduzione percentuale del 28%. Le iscrizioni fanno riferimento anche ai delitti di sangue consumati nel corso della nota guerra di mafia che in anni oramai lontani ha insanguinato il Distretto e dei quali, grazie al contributo offerto da nuovi collaboratori di giustizia, ne sono stati recentemente scoperti gli autori. Nel periodo in esame, invece, gli omicidi volontari effettivamente consumati, sono stati 5, un numero che è rimasto invariato rispetto all’anno precedente. Dei cinque omicidi registrati, uno solo è da ricondurre alla criminalità mafiosa.
IN CALO OMICIDI DI MAFIA, AZIONE DI DELEGITTIMAZIONE CONTRO MAGISTRATI
“Il ridotto numero di morti violente riconducibili a dinamiche della criminalità organizzata – è un altro passaggio della relazione di Cardinale – rappresenta l’ulteriore conferma che le organizzazioni malavitose operanti nel distretto continuano a condividere un piano d’azione che esclude il ricorso alle stragi e ai delitti di sangue, preferendo incentivare l’infiltrazione sistematica e silenziosa nel tessuto economico – imprenditoriale per dominarne alcuni settori o comunque per trarre da essi profitti illeciti. Sarebbe tuttavia, errato ritenere che la mafia abbia deciso di deporre le armi per dedicarsi esclusivamente ai comparti tradizionali di sfruttamento poiché una tale strategia criminale non esclude l’attuazione – tramite atti di intimidazione – di un programma di forte pressione sui magistrati e sugli investigatori che si occupano del crimine organizzato e di mirati tentativi di delegittimazione, fatti di calunnie e minacce, di quelle istituzioni territoriali e di quelle organizzazioni di categoria che si battono, con coraggio e a viso aperto, per recuperare il senso della legalità e ricreare nella società civile e nel mondo imprenditoriale, attraverso una ritrovata educazione civica, un clima di rispetto delle regole. Bisogna ribadire che la riduzione dei delitti di sangue di genesi mafiosa è legata alla cattura e alla neutralizzazione dei più pericolosi esponenti e di molti gregari delle varie famiglie mafiose operanti nel Distretto.
Per quanto riguarda le iscrizioni relative a procedimenti penali per reati riconducibili ad associazioni mafiose, è stato registrato un aumento percentuale del 133% (33% nell’anno precedente), essendo stati annotati complessivamente 214 procedimenti (92 nell’anno precedente) di cui 171 (78 nell’anno precedente) a carico di noti.
MALGRADO LA CRISI, PATTO D'AFFARI TRA COSA NOSTRA E STIDDA CON IMPRENDITORIÂ
“Cosa nostra” e “Stidda” – ha aggiunto il presidente della Corte d'Appello di Caltanissetta – seppur compresse nei loro appetiti dalla drastica riduzione del numero e deli importi degli appalti pubblici registrata nell’isola e dalla crisi che attanaglia le attività economiche, hanno continuato a vessare commercianti ed imprenditori attraverso gli usuali sistemi della turbativa delle procedure di gara, l’orientamento dell’aggiudicazione degli appalti in favore di ditte controllate dalle stesse organizzazioni mafiose o comunque compiacenti, la richiesta estorsiva alle imprese aggiudicatarie di versare somme di denaro pari ad una percentuale dell’importo dei lavori appaltati, il controllo totale dei subappalti e dall’imposizione di forniture e manodopera”.
I BOSS DEL NISSENO DANNO ORDINI DAL CARCEREÂ
I capi delle due associazioni di Gela, “continuano, anche dal carcere, a dirigere i gruppi di riferimento giovandosi di fidati canali in grado di veicolare ordini e strategie operative”. Mentre “Stidda” e “Cosa nostra” continuano a spartirsi i proventi degli affari illeciti, da parte delle vittime c’è una tiepida reazione. Ci sono però delle istituzioni che stanno contribuendo a formare una nuova coscienza civica. “Gli Uffici territoriali di Governo di Caltanissetta ed Enna, la Camera di Commercio di Caltanissetta, Confindustria, le associazioni sindacali e le varie associazioni antiracket di Caltanissetta, Gela e Riesi.
LOTTA ALLA MAFIA, LA DDA NISSENA HA RISCRITTO LA VERITA' Â SULLE STRAGI
“L’ufficio è stato impegnato, a seguito di nuove collaborazioni che hanno offerto scenari diversi e messo in discussione precedenti acquisizioni investigative e giudiziarie, in un’intensa attività istruttoria e processuale che sostanzialmente ha comportato, in ordine alle stragi di Capaci e via D’Amelio, la riapertura delle indagini a suo tempo concluse e una parziale diversa lettura di quanto in precedenza era passato al vaglio della magistratura giudicante. Gli sviluppi sono rappresentati dal procedimento a carico di Madonia Salvatore Maria ed altri per l’omicidio del giudice Borsellino e degli agenti della scorta, in parte concluso in primo grado a seguito di giudizio abbreviato e in parte oggetto di processo davanti la Corte d’Assise di Caltanissetta, e dal procedimento a carico del “gruppo di fuoco” della cosca palermitana di Brancaccio, accusata di attiva partecipazione all’assassinio dei giudici Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e del personale di scorta, ormai in fase di conclusione delle indagini preliminari.