Pubblicato il: 14/02/2014 alle 17:09
Angelo Collodoro
E'un giro d'usura vasto e capillare quello scoperto dalla Squadra Mobile di Caltanssetta, che oggi ha arrestato i cinquantenni nisseni Angelo Collodoro e Ireneo Francesco Conzagara, raggiunti da una ordinanza agli arresti domiciliari firmata dal Gip Francesco Lauricella.
Secondo le indagini della quarta sezione contro il Patrimonio, i due “compari” avrebbero spremuto nel 2012 un piccolo imprenditore edile e un noto dentista nissena e altre persone che non riuscivano a sbarcare il lunario.
Le stesse vittime, costrette a pagare pesantissimi interessi usurari, con tassi che variavano dal 240 % fino ad arrivare in alcuni casi al 1.413,33 %, venivano pesantemente minacciate, anche di morte, se non avessero onorato il loro debito, subendo pesanti mortificazioni, anche in caso di ritardi nei pagamenti delle rate, che avevano cadenza mensile, ed a volte anche settimanali.
Una delle vittime, esasperato per essere finito in mano ai cravattari, ha deciso di denunciare tutto alla Polizia. In particolare, la vittima riferiva che, nonostante la giovane eta?, aveva cercato di inserirsi nel mondo dell’imprenditoria edile, appaltando dei lavori anche fuori Caltanissetta e che, a causa dei ritardati pagamenti dei committenti, si vedeva costretta a ricorrere agli usurai, dopo che il circuito legale delle banche gli aveva negato l’accesso al credito.
La vittima aveva necessita? di soldi per far fronte all’immediato pagamento degli stipendi degli operai e dei fornitori che minacciavano di interrompere la fornitura della materia prima. Gli investigatori, dopo aver raccolto il racconto dell’imprenditore, che riferiva di essere stato costretto a pagare i suoi aguzzini, oltre che con denaro contante, anche con prestazioni lavorative, riuscivano ad identificare immediatamente i suoi strozzini, anche perche? soggetti avvezzi alla commissione di tali reati, e davano il via alla corposa indagine, supportata oltre che dalle investigazioni tradizionali, anche da una mirata attivita? tecnica di intercettazioni telefoniche e video riprese, con le quali si accertava la piena responsabilita? degli odierni arrestati nella commissione dei reati a loro contestati.
In diversi episodi gli investigatori rilevavano, in diretta, le pesanti minacce telefoniche di morte che il duo Conzagara-Collodoro infliggeva all’imprenditore, monitorando costantemente la vittima ed i suoi familiari, temendo per la loro incolumità.
L'indagine della Mobile ha permesso di venire a conoscenza di altre vittime finite nella rete dei due presunti usurai, tra cui il dentista che pagava i ratei degli interessi, oltre che con denaro contante, anche con prestazioni professionali. Lo stesso professionista aveva dovuto subire anche pesanti mortificazioni per un minimo ritardato pagamento.
Altri lavoratori, a causa della grave e attuale crisi economica non potendo far fronte alle primarie esigenze familiari si erano rivolti a Conzagara, chiedendogli ed ottenendo prestiti, anche piccole somme a tassi sproporzionatamente usurai, che pagavano dai loro modesti guadagni sottraendo i ratei ai loro budget familiari e rinunciando a volte anche agli alimenti.
Non è stato facile far parlare le vittime, un po' per l'imbarazzo di essere finite nelle mani degli usurai, un po' per paura di ritorsioni. Al resto ci hanno pensato le intercettazioni telefoniche. Dall'inchiesta è emerso pure Conzagara avendo un fratello interdetto, si approfittava delle somme che l’invalido percepiva a titolo di pensione ed accompagnamento.
Infatti, essendo stato nominato tutore del fratello invalido, Conzagara faceva confluire per intero i ratei della pensione sul suo conto corrente, disponendo deliberatamente ed investendoli nello strozzinaggio, moltiplicandone cosi? il valore. Conzagara aveva anche acquistato una prestigiosa auto sportiva, intestandola al fratello interdetto, evidentemente credendo erroneamente di eludere possibili investigazioni.
Lo stesso fratello interdetto e? ricoverato in una casa di riposo in Puglia, la cui degenza e? a totalmente a carico del servizio sanitario nazionale, non intaccando in alcun modo la pensione che veniva, come detto, prosciugata da Conzagara. La Procura, nel novembre 2013, su input degli investigatori, aveva emesso un decreto di sequestro preventivo in via d’urgenza, successivamente convalidato dal Gip competente, dei rapporti finanziari intestati e riconducibili a Conzagara e Collodoro che vantavano importi sui loro conti rispettivamente di oltre duecentomila e quasi cinquantamila euro. Per Conzagara è scattata anche l'accusa di peculato essendosi appropriato della pensione del fratello.