Attirato a Caltanissetta con la promessa di un lavoro e di un alloggio è stato invece picchiato e incatenato al muro in un’abitazione di Mussomeli. Aveva preso il primo treno da Bolzano carico di speranze e invece si è ritrovato vittima di sequestratori senza scrupoli. Protagonista un venticinquenne curdo-iracheno che si trovava in Trentino Alto Adige in casa del cugino quando ha ricevuto la telefonata di un connazionale che lo invitava a raggiungerlo a Caltanissetta per iniziare una nuova vita. Il ragazzo non ci ha pensato due volte e ha raggiunto l’uomo che lo attendeva all’ingresso della città. Lo ha fatto salire in macchina alla volta di Mussomeli. Ma qui due uomini incappucciati lo hanno picchiato e rinchiuso in una stanza dove è stato anche incatenato al muro. Poi i sequestratori hanno chiamato il padre della vittima che si trova in Iraq chiedendogli un riscatto di 500mila dollari e se non avesse pagato il figlio sarebbe morto. Il padre del venticinquenne, funzionario di polizia in Iraq, si è messo subito in contatto con il nipote residente a Bolzano e da lì sono scattate le ricerche. E’ stata la stessa vittima del rapimento a farsi trovare. Dopo essere riuscito a liberarsi dalle catene, al quarto giorno del suo rapimento, era salito sul tetto per chiedere aiuto. I carabinieri che già erano sulle sue tracce lo hanno dunque liberato e una volta dentro l’abitazione hanno sequestrato passamontagna, cicche di sigarette e indumenti dai quali è stato estratto il dna. Uno dei rapitori, un 45enne è stato arrestato con l’accusa di sequestro di persona. Adesso si cercano gli altri complici.