Pubblicato il: 13/11/2024 alle 07:40
La Direzione Investigativa Antimafia ha dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro di beni emesso dal Tribunale di Caltanissetta – Sezione Misure di Prevenzione nei confronti di un cittadino ennese con precedenti per estorsione aggravata dal metodo mafioso, truffa, associazione a delinquere e ritenuto contiguo a “cosa nostra”.
Il provvedimento ablatorio, adottato su proposta del Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, trae origine da un’attività finalizzata alla individuazione e aggressione degli illeciti patrimoni riconducibili alle organizzazioni criminali o comunque a soggetti ad essa contigui, il cui tenore di vita risulti sproporzionato rispetto ai redditi e agli asset dichiarati.
L’odierno proposto è un imprenditore edile della provincia di Enna, gravato da diversi pregiudizi penali e di polizia, la cui carriera criminale è risultata in progressiva ascesa e vicina agli ambienti mafiosi non solo del territorio ennese ma anche delle altre provincie.
Lo stesso nel 2003 è stato condannato con sentenza divenuta irrevocabile alla reclusione di quasi 2 anni per il reato di estorsione in concorso commesso per l’appunto con l’aggravante del metodo mafioso ed il suo ruolo operativo si concretizzava nell’estorcere denaro o recuperare crediti per conto terzi, avvalendosi della asserita vicinanza a “cosa nostra”.
Nel 2016 viene nuovamente segnalato per reati estorsivi sempre con l’aggravante del metodo mafioso, rimarcando ancora di più la propria caratura di soggetto contiguo agli ambienti di cosa nostra ennese, dimostrando di fatto una profonda conoscenza delle gerarchie e del linguaggio mafioso, non solo nella provincia di Enna ma anche nel territorio siciliano, con specifico riferimento alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto imprenditoriale del settore edile.
Il profilo criminale si è inoltre arricchito di numerose frequentazioni con pregiudicati e/o con soggetti già condannati per “associazione mafiosa”.
Il destinatario del provvedimento di sequestro si è reso responsabile di numerose altre fattispecie penali, per le quali ancora oggi è imputato, per reati contro il patrimonio mediante frode e soprattutto associazione a delinquere finalizzata alla commissione di molteplici reati tributari.
Gli elementi investigativi acquisiti, come confermato dal provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, inducono a tracciare un profilo personologico di un soggetto stabilmente inserito nel circuito della criminalità locale, con preferenza per i reati contro il patrimonio, specie estorsione e truffa, ed in materia tributaria, in costante contatto anche con esponenti di qualificato spessore mafioso, il tutto senza soluzione di continuità.
Il sequestro ha interessato l’intero capitale sociale ed i rispettivi beni strumentali di nr. 1 società a responsabilità limitata operante nel settore edile e nr. 1 ditta individuale operante nel settore agricolo, nonché 3 fabbricati e 3 terreni, 3 autoveicoli e numerosi rapporti bancari intestati al proposto e/o al suo nucleo familiare, per un valore stimato in complessivi 1.200.000 euro circa.
L’odierno risultato si inserisce nell’ambito delle attività Istituzionali finalizzate all’aggressione delle illecite ricchezze acquisite e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali agendo così a tutela e salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale.