Pubblicato il: 14/03/2014 alle 09:50
Altro duro colpo ai capitali illeciti accumulati dagli esponenti della mafia nissena. Oggi la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Caltanissetta hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro di beni emesso dal Tribunale di Caltanissetta – Sezione Misure di Prevenzione, riconducibili direttamente al boss niscemese Giuseppe Amedeo Arcerito, seppur formalmente intestati a terzi, in particolare a Calogero La Rosa e Rosaria Arcerito,rispettivamente cognato e sorella. Il valore dei beni è stimato intorno ai 5 milioni di euro. I sigilli sono scattati a sette capannoni, un fabbricato adibito ad uso dormitorio, un box destinato ai servizi igienici, una struttura in legno adibita a cucina, il rifacimento del tetto di copertura del fabbricato e di altre opere di recinzione e costruzione, ad un impianto di lavaggio all’aperto per mezzi industriali.
Arcerito, medico dentista, in passato è stato couinvolto in diverse indagini antimafia e condannato per associazione mafiosa. Attualmente è sotto processo come mandante dell'omicidio del boss Alfredo Campisi. Un anno fa, il boss era stato colpito da un sequestro patrimoniale che comprendeva fabbricati, terreni, auto e mezzi agricoli, conti correnti, libretti al risparmio e depositi.
Ora la nuova indagine patrimoniale svolta dai finanzieri del Gico e dalla Squadra Mobile nissena hanno accertato una netta sproporzione reddituale e di movimentazione di denaro della coppia La Rosa-Arcerito rispetto ai beni posseduti.
Piazzando diverse microspie in carcere, durante i colloqui tra Giuseppe Arcerito con la sorella e il cognato, emergeva l'interesse del boss-dentista nella gestione dei capannoni sequestrati e in particolare sull'andazzo degli affari, considerato che su queste opere sono ancora in corso lavori.