Pubblicato il: 15/03/2014 alle 18:30
L'incontro nella chiesa di San Gregorio VII a Roma, a due passi dal Vaticano, è dedicato ai familiari delle vittime di mafia e si tiene alla vigilia della XIX ‘Giornata della memoria e dell'impegno' che il 22 marzo vedrà sfilare in corteo per le vie di Latina migliaia di persone provenienti da tutta Italia. E' la prima volta che un Papa alla viglia dell'annuale incontro organizzato da don Luigi Ciotti incontrerà e si unirà in dialogo con i familiari delle vittime di mafia.
Ogni anno la manifestazione si tiene in una diversa città del nostro Paese e quest'anno toccherà appunto a Latina. Da qui l'idea del fondatore di ‘Libera' di chiedere al Papa, che ha acconsentito volentieri, l'incontro con i familiari delle vittime di mafia. Nella parrocchia di San Gregorio VII a Roma, dunque, il prossimo 21 marzo ci sarà il commovente e significativo abbraccio di papa Francesco con 700 famigliari delle vittime di ogni mafia.
“Per i familiari delle vittime innocenti delle mafie – dice don Luigi Ciotti – l'incontro con Papa Francesco è un dono”. Il sacerdote presidente di “Libera” commenta anche che “sarebbe bello che il 21 marzo” “diventasse istituzionalmente, per tutti gli italiani”, ciò che è per i familiari delle vittime, e cioè “il giorno in cui i loro cari, in tante città d'Italia, vengono chiamati per nome, uno a uno, in un appello rivolto alle coscienze di tutti”.
“La disponibilità del Papa ad accompagnare i familiari a questo momento carico di dolore ma anche di speranza, è segno di un'attenzione e di una sensibilità che loro hanno colto sin dal primo momento. Attenzione verso tutta l'umanità fragile, ferita. Ma attenzione, anche – continua il fondatore di ‘Libera' – per lo specifico tema delle mafie, della corruzione, delle tante forme d'ingiustizia che negano la dignità umana. Voce di una chiesa che salda il cielo e la terra e che della denuncia fa annuncio di salvezza”.
Don Ciotti rivolge un pensiero a chi non c'è più: “Molte di quelle vittime erano ‘giusti', persone che non hanno esitato a mettere la propria vita al servizio di quella degli altri, anche a costo di perderla. E' questa giustizia delle coscienze, prima che delle leggi, il dono che ci hanno lasciato. Condividerlo è nostro compito quotidiano. Condividerlo con papa Francesco è la più grande delle gioie”.