Pubblicato il: 16/03/2014 alle 09:45
Torna a casa, nella sua Niscemi, il 1° maresciallo luogotenente Salvatore Sentina, bersagliere della Brigata Aosta, che è stato uno dei protagonisti della missione Isaf nella regione Ovest dell’Afghanistan.
Il primo maresciallo luogotenente Sentina ha avuto un ruolo fondamentale nella chiusura delle basi avanzate del contingente militare italiano e per il rientro dei materiali nella base di Camp Arena ad Herat. I militari italiani sono impegnati nella fase finale della transizione che si concluderà alla fine del 2014 e pertanto al momento sono concentrati sulla base di Camp Arena ad Herat, da cui inizierà la delicata operazione logistica del rientro di mezzi e materiali in Italia.
“Compattare i materiali da portare via – afferma Sentina -, inserirli nei container per il trasporto verso la base di Herat, è un compito che richiede organizzazione e precisione”.
In Afghanistan Sentina ha trascorso sei mesi e la sua missione è iniziata ad agosto 2013 per concludersi a febbraio 2014, alle spalle però ha già diverse importanti missioni all’estero come lo stesso racconta: “Ho cominciato le mie missioni all’estero in Bosnia, nel periodo tra il 1999 e il 2000, mentre nel 2003 sono passato all’Albania. I problemi del Kosovo li ho conosciuti in diversi periodi, visto che nella terra balcanica sono stato per ben quattro volte. Il Libano l’ho curato in una recente missione”.
In Afghanistan per il bersagliere della Brigata Aosta è stata la prima missione ed ha avuto modo di venire a contatto con gli afghani nella base di Camp Arena. “Per chi come me è addetto alla logistica – spiega Sentina -, i contatti con le persone avvengono all’interno della base. I local workers, termine col quale si indicano gli afghani che lavorano per i militari italiani come operai, gestori dei negozi interni, addetti alle pulizie, sono umili, gentili. Sono lo specchio della maggior parte degli abitanti di questa terra”.
Al rientro a Niscemi il primo maresciallo luogotenente Salvatore Sentina è stato festeggiato da parenti, amici e conoscenti che si sono congratulati con lui per l’importante lavoro portato aventi in Afghanistan e soprattutto per le sue doti umane e la capacità di essere sempre pronto ad aiutare il prossimo.