Pubblicato il: 05/04/2014 alle 14:17
Da lunedì 7 aprile prossimo chi assume personale impiegato in “attività professionale o volontaria organizzate” con minori dovrà richiedere il certificato penale del casellario giudiziale al lavoratore per verificare che non abbia commesso reati contro i minori (dalla prostituzione alla pedofilia). Lo prevede il decreto legislativo 39/2014 in vigore da domenica 6 aprile.
Il certificato penale, secondo Assindatcolf (l'associazione sindacale dei datori di lavoro dei collaboratori), dovrebbe essere richiesto dal datore di lavoro al Tribunale competente previa autorizzazione del lavoratore. L'autorizzazione del lavoratore serve – spiegano da Assindatcolf perchè il certificato può essere richiesto solo dal soggetto interessato. “Si tratta di una procedura che aggrava enormemente le famiglie tanto più che per altri rapporti di lavoro per i quali serve il certificato penale (soprattutto nel pubblico ndr.) è il lavoratore che ha cura di richiederlo personalmente e poi di produrlo al datore di lavoro” affermano da Assindatcolf “Inoltre – aggiungono – mentre imprese e organizzazioni di volontario hanno un'organizzazione sulla quale contare per le incombenze burocratiche i padri e le madri di famiglia si trovano ulteriormente oberati”. Da questa incombenza si sono infatti già sfilati le associazioni di volontariato che lavorano con minori grazie a una circolare diffusa giovedì che esclude le imprese senza fine di lucro dalle sanzioni. Sanzioni pesanti che oscillano da 10.000 a 15.000 euro.
Mentre Assindatcolf chiede di rinviare l'entrata in vigore del decreto legislativo. L'Assindatcolf “pur condividendo le finalità e le buone intenzioni contenute nell'iniziativa legislativa, deve rilevare che l'introduzione dell'obbligo per il datore di lavoro di richiedere il certificato penale del futuro dipendente, porterà sia alla paralisi delle assunzioni sia a favorire le assunzioni in nero, penalizzando pesantemente un settore che costituisce un supporto fondamentale per le famiglie italiane”.