Pubblicato il: 10/04/2014 alle 07:40
Dalla vendita di un terreno agricolo e un progetto della Diocesi per far fronte all'espansione della città di Caltanissetta è nata San Pio X, una chiesa che oggi compie 50 anni. Mezzo secolo di vita di una “piccola parrocchia” che, dopo l’apertura della chiesa San Luca, si è ridotta a circa 2000 abitanti (tutta la via N. Colajanni e metà di via Niscemi). Nonostante le dimensioni geografiche la chiesa, dedicata all’ex papa, è molto attiva e presente nel territorio. “Tutto questo – spiega Padre Alessandro Giambra – è merito di un grande attivismo che coinvolge tutti: dai più piccoli ai più anziani. Solo attraverso l’esempio di solidarietà e la dimostrazione della gioia che da esso ne deriva è possibile mettere in evidenza agli altri l’importanza del volontariato sociale e stimolare, in tal modo, la voglia di contribuire per andare avanti”. Nell’arco di mezzo secolo si sono avvicendati soltanto due parroci: il primo, il Sacerdote Pietro Piangiamore, che ha preso possesso della chiesa e l’ha portata avanti per 30 anni costruendo concretamente l’edificio che oggi vediamo dominare sulla strada e il secondo, Padre Alessandro Giambra, che ha provveduto ad abbellire il sito e riempire di vita la “casa di Dio”. La struttura comprende non soltanto i locali adibiti al culto ma anche la sagrestia, gli appartamenti per il clero locale o quello itinerante che ha bisogno di ospitalità (come è successo fino a qualche tempo fa con Padre Gabriel Ollekillel, un sacerdote originario della tribù dei Maasai in Tanzania che studiava teologia a Palermo e, contemporaneamente, era ospitato e mantenuto nella e dalla parrocchia) e i locali a piano terra offerti a tutti coloro che hanno bisogno di spazi per “far prendere il volo” a progetti di solidarietà religiosa o laica. “Vent’anni fa –continua nel suo racconto Padre Alessandro -, quando sono stato nominato parroco di questa parrocchia, ho trovato una chiesa spoglia e con delle sedie al posto dei banchi. Già da allora ho capito che la comunità che viveva al suo interno doveva diventare parte attiva del rinnovamento materiale e spirituale”. Luce e colori, dunque, nell’arredamento (costruito con sacrificio negli anni anche grazie ai generosi contributi dei fedeli silenti, del parroco ma soprattutto della signorina Margherita Telaro e della baronessa Emilia Leni Spadafora ) e, soprattutto, nei cuori di chi lo viveva. San Pio X è diventata nei decenni un” laboratorio di sperimentazione” in cui sono state avviate realtà religiose poi replicate in altre parrocchie trasformandosi in una presenza viva e importante per i fedeli. Si tratta, ad esempio, dell’associazione “Vita Nova” che si prende cura dei soggetti portatori di handicap (ospitato nei locali dell’oratorio) o del “Cammino di Notre Dame” dedicato alle coppie sposate o, ancora, a “Marta”, un progetto in cui le famiglie si confrontano con i loro problemi e cercano di superarli seguendo i principi cristiani. Sono solo alcune delle tanti piccoli nuclei che, come tante gocce, creano un mare di amore e per sé e per il prossimo. Gli spazi non sono mai stati un problema per questa parrocchia che ha cercato di aprirsi su ogni fronte locale e internazionale utilizzando, come guida, l’espansione della luce di Dio. “Nella società contemporanea – continua il carismatico parroco – si assiste a un forte povertà spirituale che porta, inevitabilmente, alla crisi della fondamento della famiglia. Il nostro obiettivo, pertanto, è quello di curare le giovani coppie già dai corsi prematrimoniali. Solo così possiamo scaldare i loro cuori e aiutarli a vivere il rapporto come una famiglia cristiana inserita all’interno di una comunità. Ed è per questo che noi – come ci ha insegnato Gesù Cristo – accogliamo i loro figli non soltanto per dare un’educazione religiosa ma anche nei momenti di svago per far capire loro quale sia il divertimento sano”. San Pio X ogni giorno, nell’oratorio dedicato a Chiara “Luce” Badano, accoglie tanti giovani che si riuniscono per svolgere attività ludico – ricreative tra cui anche progetti teatrali e musical. Ed è per questo che San Pio X può essere definita “una parrocchia piccola dal cuore grande” che pianifica e realizza progetti di solidarietà in India, Romania o Brasile dove vengono realizzati pozzi o adottati bambini a distanza. Questa chiesa osserva e cerca di essere presente in ogni luogo in cui si vive un disagio; uno sguardo che, però, non vuole essere presbite: anche a Caltanissetta tanti hanno bisogno di aiuto. “Si tratta di uomini e donne, immigrati e nisseni, bambini e anziani”; nessuno è escluso da questo progetto solidaristico che si sviluppa ad ampio raggio, nel Centro Madre Speranza, una “cittadella della solidarietà” nata nei locali dell’ex Boccone del Povero (zona Badia). In quel luogo, grazie anche all’aiuto delle suore vincenziane e di tanti laici, si organizzano alloggi per gli immigrati, mense e distribuzione viveri per i poveri della città e, addirittura, anche un servizio doposcuola per combattere la dispersione scolastica curato da chi comprende bene che l’istruzione è uno dei modi per rendere libero l’individuo. Riempire tutti gli spazi della parrocchia, ma anche andare oltre senza mai chiudersi nel proprio luogo di culto ma esprimere la gioia di vivere anche agli altri. Ed ecco che, se per i gruppi estivi (GREST) dedicati ai bambini non c’è spazio anche il Comune si fa avanti e concede le strutture sportive inutilizzate (come la pista di pattinaggio in via Rochester) per attività dedicate alla cittadinanza. Anche la scelta di festeggiare il cinquantenario al Teatro Regina Margherita è dettata dalla voglia di aprirsi e condividere a gioia con il prossimo. “Innanzi tutto in parrocchia non abbiamo gli spazi sufficienti per accogliere tanta gente” – ci racconta Padre Alessandro e, basta ricordare quante persone nel 2007 hanno partecipato alla consacrazione della chiesa, una funzione speciale tenuta dal Vescovo, si comprende questa scelta. “Abbiamo voluto scegliere un locale così grande e appartenente alla città – continua il parroco – proprio perché è con tutti i cittadini che vogliamo celebrare questo momento in cui, i tanti gruppi che vivono la chiesa regaleranno il loro contributo con una performance curata da loro”. Attenzione, però, a non vedere la chiesa solo come un luogo dove si pensa solo al prossimo: Per me – ci racconta Alessandro, come lo chiamano fraternamente i suoi parrocchiani – i frutti più belli che sono nati in questi anni sono state le vocazioni”. Dopo l’entrata in monastero di Francesca Zafarana e il sacerdozio di Giuseppe Di Rocco, attualmente arciprete di Marianopoli, quest’anno sarà consacrato Leandro Giugno. Questo indica che all’interno della parrocchia i fedeli seguono “un cammino che forma innanzi tutto il cristiano così come esorta Papa Francesco e noi, – conclude Padre Alessandro – in qualità di parroci, dobbiamo sempre comprendere e tenere le porte aperte a chi cerca l’amore misericordioso di Dio”. E per chi volesse conservare un ricordo di questa celebrazione il prossimo 13 aprile presso la parrocchia San Pio X in Via N. Colajanni le Poste Italiane effettueranno l'Annullo filatelico con un francobollo speciale in cui è raffigurato il grande murales che domina il retro della chiesa ed è visibile da quasi tutta la città. (Marcella Sardo)