Pubblicato il: 19/05/2014 alle 08:02
“L'attuale momento di crisi che stiamo attraversando ci impone di varare quelle riforme fondamentali per rilanciare l'economia della nostra isola. Solo così potremo creare le condizioni per la realizzazione di quei nuovi posti di lavoro per i nostri giovani sottraendoli alla tentazione di diventare reclute della mafia”. Il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone è intervenuto a Sala d'Ercole a Palermo nel corso delle manifestazioni della Giornata della Memoria e dell'impegno nella lotta alle mafie organizzata dall'Assemblea Regionale Siciliana. All'iniziativa sono presenti il presidente del Senato Piero Grasso e il direttore responsabile dell'Ansa, Luigi Contu.
“Ritengo – ha aggiunto – che questo sia l'unico modo per ricordare il giudice Falcone, la moglie e gli agenti della scorta. Falcone e Borsellino sono stati due esempi positivi e sono onorato che l'aeroporto della nostra città sia intitolato a loro e lo sarò anche quando il 7 giugno l'aeroporto di Comiso sarà reintitolato a Pio La Torre”.
“La mafia è stata ed è barbarie, dolore e morte mentre l'onestà e la dirittura morale sono civiltà, pace e sviluppo di un popolo”, ha aggiunto Ardizzone rivolgendosi a una rappresentanza di 120 studenti siciliani presenti in Aula, invitandoli “a non dimenticare e a trovare ogni giorno cinque minuti di tempo per pensare al sacrificio di tanti servitori dello Stato rivolgendo loro una preghiera”.
“Falcone e Borsellino erano una coppia di persone molte piacevoli nella vita privata, diversi da come erano nelle occasioni ufficiali, più schivi. Si scambiavano continuamente battute, scherzavano tra loro sulla morte e Paolo gli diceva ‘finchè sei vivo tu io sono tranquillo'. Uno scherzo macabro, un'idea della morte sempre presente ma affrontata come noi siciliani sappiamo fare”, ha detto il presidente del Senato Piero Grasso.
“Erano dei fuoriclasse e creavano invidia tra i colleghi perché quando qualcuno eccelle in una comunità mette in risalto le mancanze di altri – ha aggiunto -. Queste dialettiche ci sono sempre state e ci sono ancora oggi, basta guardare cosa accade in altre procure di Italia”.