Pubblicato il: 28/05/2014 alle 15:57
Tre persone indagate per un giro di usura a Caltanissetta. Un affare scoperto dai carabinieri della Compagnia del capoluogo che oggi hanno notificato tre avvisi di garanzia a due fratelli nisseni, Calogero Giarratana e Michele Giarratana, e ad un commerciante d'auto di Palermo, Salvatore Lo Re, indagati per le ipotesi di usura ed estorsione aggravata in concorso, errore determinato dall'altrui inganno, contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione, falso materiale, falso ideologico, falsità materiale commessa da privato, falso in scrittura privata, sostituzione di persone e violenza o minaccia per costringere a commettere un reato. Contestualmente i militari dell'Arma hanno perquisito una decina di abitazioni a Caltanissetta, Resuttano e Palermo e alcune rivendite d'auto in città e nel capoluogo isolano dove sono stati sequestrati diversi documenti ritenuti importanti dagli investigatori dell'Arma che ora dovranno essere analizzati.
L'input all'inchiesta è arrivata dalla denuncia di un nisseno che aveva presentato una denuncia contro ignoti per tentata truffa, riferendo ai carabinieri che qualcuno avrebbe utilizzato a sua insaputa, i suoi dati anagrafici per finanziare l’acquisto di una “Ford Kuga” del valore di circa 30 mila euro.
I carabinieri del Nucleo operativo – coordinati dal capitano Domenico Dente e dal tenente Antonio Corvino – hanno ricostruito i passaggi dell'acquisto del Suv e – tra intercettazioni e riscontri documentali – sono risaliti al vero “proprietario” della vettura, acquistata in modo fraudolento, che è stato convocato in caserma e, sottoposto a domande incalzanti, ha raccontato di essere stato costretto ad utilizzare alcuni documenti d’identità falsificati ad hoc, per acquistare la “Ford kuga”, poiché vittima di un prestito con tasso usurario.
Dalle indagini dei militari, è stato riscontrato che l’uomo, bisognoso di denaro, si era rivolto ad alcune persone, chiedendo il prestito di 17.000 euro; prestito che gli veniva concesso a patto che lo stesso avrebbe, non solo dovuto riconsegnare 20.000 euro entro una settimana, ma avrebbe dovuto anche offrire la propria autovettura (una “Bmw serie 6” dal valore sicuramente maggiore) come garanzia.
Ma ormai travolto dai debiti la vittima non sarebbe riuscita a restituire i soldi in tempo ed inizia così per lui il calvario. I presunti “strozzini” si impazientiscono e reclamano il denaro, vendendo inoltre la macchina della vittima ad un noto concessionario di Caltanissetta, che secondo gli investigatori dell'Arma sarebbe stato complice dei due fratelli. La vittima, come è emerso dall'indagine, sarebbe stata disposta a riprendersi la propria autovettura, al punto da recarsi alla concessionaria offrendo addirittura contanti e in permuta una “Opel Agila” intestata alla moglie. Ma il rivenditore che in un primo momento pare accettare, avrebbe giocato al rialzo chiedendo a sua volta 11.000 euro cash, oltre al libretto dell’Opel Agila.
L’affare salta ma gli aguzzini pretendono comunque che la vittima saldi il debito per intero, nel frattempo salito vertiginosamente a causa degli interessi.
Da qui, secondo la ricostruzione degli inquirenti, i due fratelli Giarratana lo avrebbero costretto ad architettare la truffa tramite l’acquisto della Kuga, accompagnandolo presso la concessionaria “Ford” di Palermo e fornendogli un documento d’identità falsificato per accendere un finanziamento.
Con questo escamotage l’uomo ottiene il finanziamento (firmando ovviamente sotto altro nome) e consegna il libretto alla cricca, che in possesso dell’auto, riesce a rivenderla quasi immediatamente, presso una seconda concessionaria di Palermo, grazie anche alla compiacenza del rivenditore titolare della stessa finito nel registro degli indagati. A conti fatti, la vittima a seguito di un prestito di 17.000 euro ne ha restituiti 46.000, parte in contanti, parte con il ricavato della vendita forzata della propria autovettura, parte con il finanziamento di 28.000 euro acceso per la truffa alla Ford.