Pubblicato il: 10/02/2025 alle 18:54
Si è tenuta, nella villa Monica, la cerimonia commemorativa delle vittime delle Foibe. Un momento di riflessione al quale, insieme al sindaco Walter Tesauro e gli assessori Salvatore Petrantoni ed Ermanno Pasqualino, hanno partecipato autorità civili e militari.
Il Comune di Caltanissetta è sempre in prima fila per onorare le vittime di tutte le guerre, per mantenerne vivo il ricordo nei giovani, generazioni protagoniste del presente e costruttrici del futuro, di una società civile.
Presente anche Luigi Stella, nipote dell’omonimo poliziotto nisseno che, nel 1945 a Fiume, è stato torturato e ucciso dai partigiani di Tito: “Per troppi decenni questa vicenda è rimasta insabbiata e ignorata. Ringrazio chi, con determinazione e tenacia, si è trasformato in uno speleologo della memoria andando a scavare nelle buie profondità della storia riportandola alla luce” ha commentato dopo aver ascoltato un brano tratto dai ricordi della madre, Anna Maria Bruno Stella.
Al termine della cerimonia sono stati piantati 10 arbusti di Ligustro per circondare – e simbolicamente proteggere – l’albero di ulivo che è stato piantato in ricordo delle vittime delle foibe. Deposto anche un mazzo di rose rosse davanti la stele che, nel 2020, Caltanissetta Protagonista ha eretto per ricordare l’eccidio accompagnandola con una targa sulla quale è stato scritto “il rispetto verso gli altri è infinitamente più profondo di ogni foiba”.
“Una lastra in ceramica vandalizzata a pochi giorni dalla sua istallazione ma che non abbiamo voluto sostituire proprio per sottolineare come il ricordo e la memoria non possono essere cancellati con semplice atto violento e che il dolore di una ferita non scompaiono con facilità” ha spiegato l’assessore Petrantoni.
Quella vissuta dal popolo giuliano dalmata è stata una vicenda complessa nella sua genesi e nella sua evoluzione , forse, anche per questi motivi è stato difficile farla emergere. Racconta l’agonia di tante persone perseguitate soltanto perché italiane, isolate soltanto perché considerati profughi nella propria terra.
“Il ricordo di questa tragedia non va ricondotto esclusivamente a una commemorazione in questo giorno. La famiglia Bruno è l’emblema di una storia dolorosa, del sacrificio di un uomo e di un intero popolo. Noi abbiamo il dovere di rispettare questa memoria e, contestualmente, di trasmetterla non soltanto il 10 febbraio di ogni anno ma ogni giorno di ogni anno – ha concluso il sindaco Tesauro -. Portare con noi questo ricordo serve a far capire ai giovani il valore e il rispetto della vita umana poiché in quell’eccidio abbiamo toccato il massimo livello del disvalore. Dobbiamo, con il nostro impegno costante, essere propositivi, non vanificare il ricordo e dare un segnale forte alla società, partendo dalle scuole e proseguendo in tutta la società civile per costruire un futuro rispettoso dell’individuo a prescindere dalla sua identità”.