Pubblicato il: 01/06/2014 alle 09:15
I fondali di Gela si rivelano ancora una volta scrigni di preziosi tesori. Gli ambientalisti dell’associazione Sviluppo e ambiente, retta da Franco Cassarino, insieme agli studiosi della Soprintendenza del Mare e della Capitaneria di porto, hanno recuperato un cannone, una palla da artiglieria e i resti di un’ancora dai fondali dello specchio di mare di contrada Bulala. Le operazioni di recupero sono state monitorate da Stefano Zangara, dirigente dell’unità operativa quarta, esperto in recupero e responsabile dell’area che si estende tra Catania e Caltanissetta per la Soprintendenza del Mare.
“Il reperto dovrebbe essere un’arma utilizzata nelle imbarcazioni che solcavano queste acque nel 1500 -. Spiega Zangara – Molto probabilmente, dalle dimensioni, dalla forma, dal calibro di 50 millimetri, si tratta di uno smeriglio da piombo. Un’arma leggera che equipaggiava la prua delle imbarcazioni per offesa o difesa. Dovrebbe essere a retrocarica, con un sistema di carico molto più veloce rispetto alle precedenti. La lunghezza massima di 286 centimetri confermerebbe il tipo di arma ipotizzata. Anche la palla di cannone, rinvenuta nella stessa area, dovrebbe risalire alla stessa epoca. Molto più antico è invece l’àncora”.
FOTO DA QUOTIDIANO DI GELA.IT