Pubblicato il: 11/06/2014 alle 11:32
Quando integrazione fa rima con interazione. E se di mezzo c'è la lingua inglese, allora i cittadini di due mondi lontani si incontrano più facilmente. A Caltanissetta, da mesi, è nata una ottima sinergia tra l'Istituto penale Minorile e l'area Immigrazione della Prefettura, che tra le molteplici iniziative promosse stavolta s'è concretizzata con l'avvio di un corso di lingua inglese-americano rivolto ai ragazzi reclusi che si svolge il martedì e il giovedì. E a tenere lezioni è un rifugiato politico di nome Bilal, fuggito dall'Afghanistan e che ben conosce i “ragazzi che hanno sbagliato” ristretti nel Minorile nisseno.
Da questa frequentazione è nata l'idea, subito sposata dalla direttrice dell'Ipm Nuccia Micciché e dal viceprefetto Gabriele Barbaro che guida il settore Immigrazione dell'Ufficio Governativo, di organizzare dei corsi di apprendimento della lingua straniera in collaborazione con l'associazione “Migranti Solidali” presieduta da Toseef Khan, un immigrato del Kashmir, che ha già promosso diverse iniziative culturali per favorire l'integrazione degli immigrati a Caltanissetta.
Una opportunità in più per i minorenni reclusi nella struttura penitenziaria di via Turati. Un momento di confronto tra giovani che hanno conosciuto gli orrori, ossia gli immigrati, e i giovani che hanno commesso gli errori, i ragazzi detenuti. Massima disponibilità al finanziamento del corso d'inglese e al riconoscimento del lavoro di Bilal è arrivata dal segretario del Rotatry Club Valle del Salso, Giuseppe D'Antona che riveste anche il ruolo di presidente della Pro Loco Nissena, e dal presidente del club service Piero Napoli. Il Rotary ha già sponsorizzato altre iniziative all'Ipm come l'avvio di laboratori di cucina o visite guidate nelle miniere del circondario.
Peraltro il giovane afgano, durante la sua permanenza a Caltanissetta, ha avviato una collaborazione professionale con l'Università Telematica “Niccolò Cusano” e il suo approccio con l'insegnamento della lingua inglese entusiasma parecchio i giovani detenuti, come conferma la direttrice Micciché: “Tutti frequentiamo il corso di Bilal, come docente è il top che fino ad oggi ho conosciuto. E' un grande e bravo formatore, riesce a trasferire il suo sapere anche a persone adulte che non hanno mai avuto la possibilità di approcciarsi ad una lingua straniera”.
“In mezzo ai ragazzi che arrivano da lontano in Italia, ci sono ragazzi che probabilmente non hanno grande formazione culturale – spiega Gabriele Barbaro -. Eppure ci sono eccellenze che conoscono tante lingue come l'inglese o hanno delle conoscenze tecniche così elevate che è un peccato privarcene come paese Italia che accoglie queste persone alle quali diamo tanto in termini di accoglienza. Ci sono alcune persone che sono pronte pronte a dare un proprio contributo di progresso di questo paese che è in difficoltà, perché privarcene e non esaltare queste risorse. Le cose buone vanno esaltate e valorizzate”.