Pubblicato il: 13/06/2014 alle 07:05
Continua ad aumentare il numero delle persone che hanno perso il lavoro e, ad avere la peggio sono ancora una volta i giovani. Dai dati emersi dall’indagine di Bankitalia sull’economia è emerso che in Sicilia, nel 2013, oltre 73 mila persone hanno perso il lavoro; rispetto al 2012 l'occupazione è diminuita del 5,3%, il tasso di disoccupazione è salito al 21% ( 2,4%) di cui giovani di età compresa tra i 15 e i 35 anni ben il 38,3%.
Nessun settore riesce a rimanere indenne: La flessione degli occupati ha interessato tutti i comparti con picchi significativi in agricoltura (-11,8%), costruzioni (-9,6%); terziario (-4,5%), commercio e ristorazione (- 4,1%).
Nel mercato del lavoro siciliano, l'occupazione è scesa al 39,3% (-1,9% rispetto al 2012), il tasso di attività è tornato a ridursi (-0,9%), mentre è aumentato il numero delle persone in cerca di un'occupazione ( 10,2%). L'analisi della Banca d'Italia registra un differenziale di 15,3 punti percentuali più alto rispetto alla media nazionale del tasso disoccupazione giovanile, che in Sicilia, ha raggiunto il 38,3% contro una media del 23 percento. Infine, i giovani che non studiano, non lavorano e non sono in cerca di un'occupazione (Neet) sono il 42,7 percento rispetto a una media nazionale del 27,3%.
In Sicilia, nel 2013, crolla l'export (-14,8%) e rispetto al 2012 calano anche le importazioni (-4,7%). A incidere sull'andamento negativo degli scambi con l'estero è stata la contrazione delle vendite dei prodotti dell'energia, trattamento dei rifiuti (-50,7%), prodotti petroliferi (-22%) e metallo (-19,3%). Per la Sicilia l'esportazione dei prodotti petroliferi raffinati si è ridotta sia nei confronti dei Paesi comunitari (-39,7%) sia dei paesi extra Ue (-13,8%); in particolare sono più che dimezzate le richieste degli Stati Uniti. A pesare sul calo delle importazioni, tra gli altri, la riduzione nelle vendite di mezzi di trasporto, che sono state pari a meno 87,4% (contro il -4,1% del 2012).
La crescente disoccupazione ha portato un’ondata di sfiducia nel mercato e una diffidenza nella concessione del credito: sono diminuiti anche i prestiti concessi da banche e società finanziarie a famiglie (-2,2%) e imprese (-3,6%), mentre i depositi sono aumentati dell' 1,7%. A pesare sul calo dei prestiti alle famiglie è stata la componente del credito al consumo (-4,4%), mentre il finanziamento per l'acquisto di abitazioni è sceso a quota meno 1,6 per cento. Il trend negativo ha riguardato anche l'accensione di nuovi mutui con una flessione pari a meno 14,7%, seppur in misura meno marcata rispetto all'andamento del 2012. La stretta creditizia dei prestiti alle imprese, nel 2013, ha registrato un dato più accentuato rispetto all'anno precedente e in particolare per le aziende giudicate dalle banche “rischiose in base a indicatori di bilancio”.