Pubblicato il: 19/02/2025 alle 11:14
I militari del Comando Provinciale di Catania della Guardia di finanza, con l’ausilio della componente specialistica “Antiterrorismo e Pronto Impiego” alla sede e dei finanzieri del Gruppo Aeronavale di Messina, nei giorni scorsi hanno provveduto allo smaltimento dei 450 panetti di cocaina, per un peso lordo complessivo di 500 kg, sequestrati dal Nucleo PEF etneo lo scorso settembre a largo delle coste orientali della Sicilia.
L’operazione di distruzione dello stupefacente è stata autorizzata dalla Procura della Repubblica di Siracusa a conclusione del complesso procedimento di analisi e campionatura della sostanza illegale eseguito da unità specializzate del predetto Nucleo PEF, anche mediante minuziose attività di riproduzione fotografica e video.
I risultati di laboratorio hanno restituito evidenze chiare in merito all’elevato grado di purezza della cocaina rinvenuta, consentendo di avvalorare l’ipotesi secondo cui la sostanza fosse di produzione sudamericana, tenuto anche conto della presenza su ogni panetto di un’immagine che richiama un paese dell’America latina.
Stante l’enorme valore di mercato di mezza tonnellata di cocaina, per lo smaltimento dell’ingente quantitativo di stupefacente è stato approntato dalle Fiamme Gialle etnee un imponente servizio di scorta e vigilanza in modo da assicurare la più ampia cornice di sicurezza nel corso di tutte le delicatissime fasi dell’operazione: dal caricamento al trasferimento e al successivo conferimento a un impianto di termodistruzione in provincia di Siracusa.
In particolare, il trasporto è stato effettuato utilizzando un mezzo blindato scortato da un dispositivo misto composto da unità specializzate della Compagnia Antiterrorismo e Pronto Impiego e del Nucleo PEF di Catania. È stata inoltre prevista apposita sorveglianza aerea mediante l’impiego di un elicottero della Sezione Aerea di Catania alle dipendenze del citato Gruppo Aeronavale messinese.
La distruzione dello stupefacente si pone a conclusione dell’azione sinergica sviluppata dalle Fiamme Gialle etnee con la componente aeronavale della Guardia di finanza e lo S.C.I.C.O., che aveva portato all’individuazione e al sequestro di uno dei più rilevanti quantitativi di cocaina scoperti in ambito nazionale nonché al contestuale arresto in flagranza dei 5 membri dell’equipaggio per il reato di “produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope” di cui all’art. 73 del d.P.R. n. 309/1990, aggravato dall’ingente quantitativo (ex art. 80 del medesimo d.P.R. n. 309/1990), ferma restando la presunzione d’innocenza degli indagati valevole ora e fino alla condanna definitiva.
L’operazione nel suo complesso ha evitato che la droga finisse nella nelle mani di gruppi criminali per la successiva illegale commercializzazione sul territorio italiano, la cui disponibilità avrebbe consentito di inondare letteralmente di cocaina le piazze di spaccio domestiche e di conseguire elevatissimi guadagni, nell’ordine di circa 100 milioni di euro al dettaglio, accrescendo il potere economico e criminale dei trafficanti.