Pubblicato il: 23/02/2025 alle 23:03
Quanto mai attuale il tema del film “Il figlio dell’altra”, secondo appuntamento di Giovedì scorso 20 Febbraio della Cine Rassegna “La Magia del Cinema”, organizzata dal Rotary Club di Caltanissetta al Multisala Moncada. Il film della regista francese Lorraine Levy, uscito nelle sale cinematografiche 13 anni fa, tratta un argomento più o meno presente in tante storie di cinema, lo scambio dei neonati, ma in un contesto molto attuale in questi giorni, come la questione arabo-israeliana. È la storia di due bambini, uno palestinese e l'altro israeliano che nascono lo stesso giorno nel medesimo ospedale e vengono scambiati per errore. Solo da grandi, schierati come nemici in una guerra infinita, scopriranno di essere cresciuti ciascuno in una famiglia che non era la propria.
Come consueto in questa rassegna cinematografica organizzata dal Rotary Club Caltanissetta, al termine della proiezione c’è un dibattito, coordinato dalla psicologa Daniela Cavaleri, e che Giovedì scorso ha visto l’intervento della professoressa Fiorella Falci, che ha offerto due chiavi di lettura per questo film: la prima, storico-politica, sulle origini della guerra secolare tra ebrei e palestinesi, su una terra contesa da sempre, che secondo la Falci “oggi è la “scatola nera” del mondo globalizzato, l’archetipo di tutte le sue contraddizioni e le sue imposture. Come l’occupazione delle terre palestinesi da parte degli ebrei dal 1948 in poi, dopo la “Nakba” che vide cacciare dalle loro case 750.000 palestinesi, che da allora, nei campi profughi, sono diventati 5 milioni, oltre ai 4 milioni che abitano Gaza e la Cisgiordania, aspettando che si realizzi l’impegno dell’ONU: due popoli, due Stati.”
La seconda chiave di lettura che la professoressa Falci ha voluto comunicare al folto pubblico, sia di soci del Rotary che di altre persone non rotariane che hanno assistito alla proiezione del film, è esistenziale: “qual è l’identità dei due figli scambiati e cresciuti per 18 anni in una famiglia e in un contesto che dovrebbero essere “nemici”?” Secondo la Falci “l’identità culturale sovrasta l’eredità genetica, dimostrando che le “nazioni” non esistono più, tanto meno se blindate con i muri che ne segnano i confini sulla terra. Le madri nella vicenda (e lo sguardo femminile della regista del film) hanno avuto un ruolo fondamentale per costruire la soluzione, con l’empatia generativa con cui accolgono tutte due entrambi i figli, senza pretenderne l’esclusiva, senza la possessività di chi vuole veramente il bene dell’altro.”
Nel film è emerso anche il diverso modo di affrontare il dramma della situazione imprevista e difficile da gestire, da parte delle donne e degli uomini, con le donne, le due madri in particolare, che sembrano dotate della sensibilità e della forza per aprirsi a questa storia, ad accogliere il figlio dell'altra e a comprendersi a vicenda, e gli uomini, i due padri, dediti all'incomprensione reciproca, a un dialogo impossibile seduti nervosamente di fronte a un caffè, o a ripetere e riproporre vecchie questioni in uno sforzo continuo e sterile.
In fondo questo film infonde una speranza di vero dialogo tra questi due popoli in guerra da tempo, e di abbattimento di barriere culturali e identitarie, per una convivenza in si spera, in due stati confinanti e dialoganti.
Ancora una volta il Rotary Club Caltanissetta, quest’anno presieduto da Salvatore Candura, ha offerto alla città una occasione di riflessione e crescita culturale e sociale, con un film molto bello e significativo, inserito in una preziosa rassegna cinematografica organizzata a cura della Commissione Cineforum del club di Caltanissetta, composta da Pina Adamo, Daniela Cavaleri, Michele Mandalà e Alberto Milazzo. Prossimo appuntamento il 20 Marzo con il film “Il ragazzo che catturò il vento” del 2019 scritto, diretto e interpretato da Chiwetel Ejiofor, con relatore al dibattito finale l’ing. Aberto Milazzo.