Pubblicato il: 23/06/2014 alle 06:36
Ai pellegrini di Caltanissetta, assegnati al settore E2 della Piana di Sibari, territorio appartenente alla Diocesi di Cassano allo Jonio, Papa Francesco, sabato 21 giugno, appariva poco più di un puntino bianco. La voglia di vedere il Santo Padre da vicino e non limitarsi ai maxi schermi ai lati dell’area delimitata, però, era molto forte e, per soddisfare il desiderio, c’era chi cercava di avanzare tra i corridoi dei vari settori e chi, invece, chiedeva in prestito un binocolo.
Il sole delle 16.30 picchiava cocente sulle teste dei fedeli, coperti da qualche cappellino e dissetati dalle tante bottiglie d’acqua dispensate senza sosta dai volontari delle diocesi, ma tutto questo non ha alterato la percezione dell’esperienza vissuta che è stata descritta come “esaltante e appagante per l’anima”.
“E’ stato un viaggio per ritemprare lo spirito e trovare il coraggio di non lasciarsi abbattere dagli abusi e dalle soverchierie così come incitava il Santo Padre nell’omelia” ha raccontato uno dei fedeli nisseni che, alle 04.30 della stessa mattina, era partito da Caltanissetta per ascoltare, in diretta, le parole del vescovo di Roma.
Jorge Bergoglio, in modo chiaro e “senza giri di parole”, caratteristiche che hanno sempre contraddistinto le sue omelie, ha scomunicato gli appartenenti alla ‘Ndrangheta perché, con la loro avidità e prepotenza, minacciano la vita di chi li circonda. Il denaro – ha spiegato il Santo Padre – per le organizzazioni criminali rappresenta “l’unico dio” da seguire. Parole potenti come una bomba ma pronunciate con dolcezza, senza alcun timore. Un discorso che, inevitabilmente, richiama quello che Karol Wojtyla ha manifestato vent’anni fa ad Agrigento contro Cosa Nostra; un chiaro segno di come i massimi rappresentanti del cristianesimo continuano a combattere per i più deboli senza temere per la propria incolumità ma, con l’umiltà di chiedere ai fedeli, una preghiera di sostegno.
Un messaggio di speranza, infine, è stato rivolto ai giovani che, con una coinvolgente esortazione, sono stati invitati a non perdere la fiducia in Dio e di portare avanti la parola di Dio, “vera luce e guida per noi uomini” verso un futuro che può essere ancora cambiato.
“Sono stati due giorni faticosi – racconta un altro pellegrino nisseno -, iniziati prima dell’alba del sabato mattina e protratti con una coda di oltre 4 ore a pochi chilometri dall’area destinata alla Santa Messa, unico neo di un’organizzazione diocesana che, altrimenti, si sarebbe potuta definire impeccabile”.
Le molte ore trascorse nel bus, però, sono “valse la pena” così come hanno ammesso i neocatecumeni appartenenti alle Parrocchie di San Michele, Santa Flavia e San Paolo.
Alla conclusione della messa il pernottamento in Calabria era obbligato e la “delegazione” nissena ha approfittato della vicinanza con Cosenza per poter ammirare il Seminario Diocesano Missionario Redemptoris Mater. La struttura è nata circa 10 anni fa e, sulla scia degli altri costituiti in tutto il mondo, serve per accogliere quei giovani che, provenienti dal cammino neocatecumenale, hanno dato voce alla propria vocazione scegliendo di diventare, dopo un lungo percorso di formazione, preti missionari per zone dove manca il cristianesimo. Tutto, in quel seminario, lascia trasparire la “bellezza” e la “purezza” che Dio trasmette agli uomini e che questi ultimi devono perseguire. Dalle sedie “trasparenti” come l’anima davanti a Dio e i colori della moquette per le stanze (“blu” come il cielo in terra; “rosso” come il martirio e il combattimento interiore e “grigio” come il buio della morte da cui Dio libera l’uomo), tutto in quel luogo è stato pensato con attenzione e pochissimo lasciato al caso proprio perché, come ha sottolineato uno dei seminaristi che ha condotto la visita guidata, “Dio ci ha scelti con attenzione uno per uno”.
Al termine della visita i pellegrini hanno fatto ritorno a Caltanissetta con un’esperienza che, certamente, non verrà dimenticata facilmente.
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