Pubblicato il: 05/07/2014 alle 07:47
Situazione incandescente alla Raffineria di Gela. Decine di lavoratori hanno trascorso la notte davanti l’ingresso principale del sito industriale gelese, dopo che l’azienda, in un incontro con i sindacati, ha comunicato che gli impianti non saranno riattivati perché le produzioni gelesi risulterebbero in perdita a causa della sovrapproduzione. La protesta, che coinvolge sia i lavoratori del diretto che dell’indotto, proseguirà ad oltranza, così come deciso dalle segreterie territoriali e provinciali al termine di un infuocato Consiglio fabbrica. Sono stati bloccati gli straordinari e i mezzi in entrata e in uscita dallo stabilimento.
Una decisione, quella dell’azienda che mette a rischio il futuro della fabbrica. La linea 1 è ferma dal 15 marzo, da quando un incendio divorò alcuni impianti. Appena un anno fa, invece, i vertici dell’Eni avevano annunciato investimenti per 700 milioni di euro, garantendo gli attuali assetti occupazionali e una riconversione del sito industriale di Gela. All’Eni si chiede di fare un passo indietro e di rispettare un accordo siglato nel 2011 con le parti sociali sul futuro della Raffineria di Gela.