Situazione sempre più incandescente alla Raffineria di Gela e sempre più drammatica. Mentre i lavoratori continuano a presidiare lo stabilimento, gli impianti sono fermi e i serbatoio sono stracolmi perché da quasi 15 giorni, da quando è iniziata la protesta, è stato bloccato l’ingresso nel sito industriale dei mezzi pesanti in entrata e in uscita oltre che delle petroliere. La produzione va verso il blocco, mentre da ora in poi, non verrà garantito più neanche il cambio turno salvo la precettazione dei turnisti. Nel frattempo, mentre i lavoratori protestano per la salvaguardia del posto di lavoro, 15 operai su 42 della “Riva & Mariani”, una multinazionale che da anni opera nell’indotto, hanno ricevuto le lettere di licenziamento. Si chiede adesso l’intervento del sindacato e l’intermediazione della prefettura. Quella che si è aperta, intanto, sarà una settimana decisiva. Domani si terrà un Cda dell’Eni e in contemporanea, alle 10,30 il consiglio comunale di Gela, si riunirà al “Greenstream”, nel terminal di approdo del gasdotto libico. Annunciata la presenza anche del sindaco di Priolo. Per giovedì è previsto un incontro a Roma fra Eni, Governo nazionale e presidente della regione Sicilia. A Gela invece, sarà una giornata di preghiera e digiuno. Prevista anche una fiaccolata.