Pubblicato il: 19/03/2025 alle 11:09
Sabato 15 marzo, nel Palazzo di Giustizia di Catania, si è svolta la finale regionale del Torneo della disputa “Dire e Contraddire”, una competizione che ha visto coinvolti gli alunni delle scuole secondarie superiori delle province di Caltanissetta, Catania, Messina e Palermo, ospitati dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania.
Il Torneo, che si svolge dal 2021, rientra tra le progettualità promosse dal Consiglio Nazionale Forense, per il tramite della Commissione in materia di progetti “Educazione alla legalità”. Attraverso la competizione, gli studenti sviluppano abilità di argomentazione e pensiero critico, guidati da professionisti del diritto, in forza di un protocollo siglato tra il Consiglio Nazionale Forense e il Ministero dell'Istruzione.
L’Ordine degli Avvocati di Caltanissetta, per mezzo della coordinatrice del progetto, l’Avv.ta Antonella Macaluso, ha partecipato al Torneo con gli studenti dei tre istituti scolastici che hanno aderito all’iniziativa: l'IIS “A. Volta”, il Liceo Classico “Ruggero Settimo” e l'ISS “Luigi Russo”, diretti rispettivamente dai professori Vito Parisi, Loredana Schillaci e Anna Rita Basta.
Il torneo ha rappresentato un'importante occasione di confronto e scambio per i giovani oratori delle tre scuole di Caltanissetta, che hanno potuto misurarsi con i loro coetanei provenienti da tutta la regione, imparando gli uni dagli altri e rafforzando il loro spirito di squadra.
L’obiettivo del Torneo è quello di fornire ai giovani le tecniche per saper argomentare e contro-argomentare, allo scopo di acquisire la padronanza del “saper dire” e “contraddire” mediante un discorso efficace modulato a ritmo di ethos, logos e pathos.
Nel perseguire questo obiettivo, l’Avvocatura istituzionale si è assunta la responsabilità e l’impegno di essere vicina ai giovani per insegnar loro a comunicare in modo efficace ed efficiente, trasmettendo loro la consapevolezza che essere cittadino nella famiglia, nella scuola, nella società vuol dire saper comunicare in modo corretto, abbandonare modalità e strategie da talk show per far sì che la discussione da momento di s-contro diventi luogo di in-contro.
Gli studenti hanno partecipato a incontri formativi in cui sono state approfondite le tecniche oratorie e l'arte della retorica, considerata un'autentica “arma”. Gli incontri sono stati tenuti dalle avvocate e dagli avvocati di Caltanissetta Laura Attenasio, Marta Curatolo, Ramona D’Acquì, Mimma La Torre, Nadia Lionti, Martina Petrantoni, Antonino Salomone, Giuliana Scaletta, Giorgia Tramontana e Manfredi Tortorici, con la partecipazione delle referenti delle tre scuole, le professoresse Giuseppina Liotta, Laura Bella e Nuccia Chiarenza, insieme alle colleghe Sonia Cazzetta, Filippa Di Piazza, Assunta Gallo Afflitto, Enza La Piana e Calogera Lo Re; inoltre, per quello che riguarda l’aspetto dell’actio, i ragazzi sono stati seguiti dalla dott.sa Stefania Zigarella, che ha impartito loro vere e proprie lezioni di teatro.
La squadra dell’Ordine degli Avvocati di Caltanissetta si è confrontata con le altre squadre siciliane di Catania, Messina e Palermo sull’argomentare e controargomentare la seguente frase di Piero Calamandrei: “Se si vuole che la democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola a lungo andare è più importante del Parlamento e della magistratura e della Corte costituzionale”.
La squadra nissena, composta dagli studenti Agostino Barbera, Cristiano Curcio, Fatima Lombardo, Alessandro Mancuso, Chiara Marchese, Federico Miccichè, Ginevra Scaletta, Mannelli Simone, Alessia Talluto e Mattia Ventura, ha dimostrato spiccate doti e capacità oratorie e si è particolarmente distinta, battendo al primo turno quella di Catania e affrontando Palermo nella finale regionale, classificandosi infine al secondo posto.
La squadra ha scelto il nome di “KalatJus”: Kalat dall’arabo castello è, innanzitutto, un omaggio alla nostra città, tanto che il logo della squadra è un castello e una bilancia, ma è anche un nome composto da due termini derivanti dalle lingue classiche, in omaggio alle due civiltà che hanno concepito l'arte oratoria come strumento formativo irrinunciabile per l'uomo. La prima parola, Kalat, deriva anche dal greco “καλα”, ovvero “le cose belle”, mentre Jus deriva da “jus-juris”, che significa “diritto, giustizia”. Il nome, pertanto, valorizza la bellezza della giustizia come bene da preservare, grazie alla parola e all'arte retorica.
Nei prossimi giorni si terrà, presso il palazzo di Giustizia di Caltanissetta, una cerimonia – durante la quale verrà simulata una disputa – per premiare gli studenti che hanno preso parte al Torneo e vissuto appieno il senso di questa esperienza, con l’auspicio che in futuro possano essere coinvolti anche altri istituti.