Pubblicato il: 01/09/2014 alle 09:40
«Non sei un Papa, tu sei un disgraziato, tu sei un prepotente, uno scellerato». E «quello polacco era cattivo, era cattivo proprio, era un carabiniere». Non ci va leggero Totò Riina quando in carcere parla di Giovanni Paolo II. Nelle conversazioni intercettate dalla Dia con l’esponente della Sacra corona unita Alberto Lorusso, infatti, mentre emerge che per quanto riguarda Papa Francesco «questo buono è, questo Papa è troppo bravo» e non piacerebbe alla Chiesa «perché a molti all’interno della Chiesa piace il potere», quando parla di Wojtyla il boss arriva addirittura ad immaginare di «sperimentare un’altra invenzione», ovvero una strage. Perché Giovanni Paolo II, agli occhi di Riina avrebbe fatto un grandissimo errore a presentarsi ad Agrigento – a compiere cioè la visita del 9 maggio 1993 – e a permettersi di lanciare il suo storico anatema contro la mafia. Quel «Pentitevi!» che riecheggiò ben oltre la Valle dei Templi. «Ha esortato i mafiosi a pentirsi – sintetizzano gli inquirenti riportando il contenuto delle affermazioni del boss del 14 novembre dell’anno scorso – i mafiosi sono gente educata, rispettosa, quindi era giusto che il Papa la smettesse di interessarsi di queste stravanganterie».
Ridono i due detenuti al 41 bis quando si riferiscono all’attentato del 13 maggio del 1981, quando Ali Agca «gli tirò due colpi» e prova un’avversione tale contro Giovanni Paolo II, Riina, da giudicare «una merdata» l’idea di santificarlo. Con Lorusso è tutto uno sbeffeggiare, associando la figura del Papa polacco a quella del dittatore cileno Augusto Pinochet, col quale si affacciò dal balcone del palazzo presidenziale, nel 1987. «Perciò – conclude Riina, che sembra voler dare un’indicazione precisa alla Chiesa – il Papa, per dire, si deve fare i fatti suoi… e quello si va a interessare della mafia, a fare l’antimafia… L’antimafia, faceva il mafioso faceva!».
«Lo devono fare santo l’anno prossimo», dice Lorusso a Riina il 2 ottobre dell’anno scorso. «Una merdata… – replica il capo dei capi – lo devono fare santo a lui e all’altro Papa, a tutti e due… quello se lo merita, però», ma non Giovanni Paolo II. «Lui: “Pentitevi!” – spiega Riina – ma pentitevi e che mi pento, mi devo pentire… Ma pentiti tu! Perché vai facendo questi comizi? Perché sei venuto ad Agrigento? Perché sei venuto a fare questo comizio? Per dirmi questo discorso “pentitevi”?». Lorusso ha pure lui le idee chiare sul tema: «Èun ipocrita, è un ipocrita», ripete. «Allora io – riprende aggressivo Riina – devo sperimentare un’altra invenzione (allude ad un’altra strage, ndr)? Minchia, ma se loro mi cercano, ma se lui…» a concludere è il boss pugliese: «Se le cercano e se le guadagnano le cose».