Pubblicato il: 07/09/2014 alle 09:43
Nessuna negligenza, ma anzi è stato fatto il possibile per salvare da morte sicura la puerpera che aveva messo al mondo un bimbo già morto. Si difendono i medici dell'èquipe di Ginecologia e di Rianimazione del nosocomio nisseno, dopo la morte del neonato all'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta. Il bebè era il primo figlio di una coppia di giovani marocchini. La madre, di 39 anni, l'altra mattina ha varcato l'ospedale ma subito i medici si sono resi conto delle criticità. “Dopo averla visitata ci siamo accorti che il cuore del bambino non batteva più – ha riferito una delle ginecologhe al quotidiano LA SICILIA -. Per dovere professionale lo abbiamo comunicato alla partoriente e ai familiari, tra cui il marito. Abbiamo così assistito la puerpera durante il parto, ma sono subito intervenute delle complicazioni che come avviene nel novanta per cento dei casi portano al decesso pure della donna. L'utero era già collassato – ha aggiunto la specialista – e il feto era in necrosi”. Un insieme di fattori che hanno provocato una forte emorragia alla giovane madre, sottoposta all'intervento e poi trasferita in Rianimazione. Adesso lei è fuori pericolo e dopo un monitoraggio è stata nuovamente ricoverata nella divisione di Ginecologia e Ostetricia.
“Anche i familiari – aggiunge il medico – si sono resi conto della situazione e seppur addolorati per la morte dl bambino si sono confortati perché abbiamo salvato la donna a conclusione di un intervento chirurgico davvero complicato. Il marito ci ha pure ringraziato, dicendo di volere adottare un bambino”. Il marito della puerpera ha comunque presentato un esposto alla caserma dei carabinieri di Caltanissetta.