In Italia e in Europa ci sono ancora rischi di “rigurgiti” antidemocratici, per questo nel nostro Paese è necessario mantenere ancora in vigore la legge Scelba che vieta la ricostituzione del partito fascista e gesti come il “saluto romano”. Lo ha ribadito oggi la Cassazione condannando in via definitiva due neofascisti che si rifacevano all’ideologia del ventennio con tanto di saluto romano. “L’esigenza di tutela delle istituzioni democratiche non risulta erosa dal decorso del tempo e frequenti risultano gli episodi ove sono riconoscibili rigurgiti di intolleranza ai valori dialettici della democrazia e al rispetto dei diritti delle minoranze etniche o religiose” scrivono infatti i giudici dell’Alta Corte nella sentenza, aggiungendo: “Va escluso che la libertà di manifestazione del pensiero possa andare esente da limitazioni lì dove la condotta tenuta risulti violatrice di altri interessi costituzionalmente protetti”.
Per quanto riguarda nello specifico il saluto romano, i giudici tengono a sottolineare che “non è la manifestazione esteriore in quanto tale ad essere oggetto di incriminazione”, ma piuttosto “il suo venire in essere in condizioni di pubblicità tali da rappresentare un concreto tentativo di raccogliere adesioni ad un progetto di ricostituzione” dell’ideologia fascista. Per la Cassazione non è una giustificazione il fatto che il saluto romano sia stato fatto durante una manifestazione nella quale gli altri partecipanti già condividevano “l’ideologia fascista ed il ricorso agli atti simbolici”. Per i giudici, nel caso specifico invece la condotta dei due rappresenta una conferma della volontà di riorganizzazione del fascismo tra più soggetti. La condanna definitiva è di due mesi di reclusione e 300 euro di multa per il primo imputato, che aveva precedenti penali, e 20 giorni di reclusione e 140 euro di multa (pena sostituita con una multa di 760 euro), per il secondo imputato, al quale sono state concesse le attenuanti generiche.