Pubblicato il: 25/09/2014 alle 16:48
Salvatore Messana
Inquinamento ambientale. Èl'ipotesi di reato mossa a carico di due ex sindaci di Caltanissetta, dirigenti, funzionari e tecnici del Comune e dell'Ato Ambiente CL 1, tutti destinatari di un avviso di garanzia per l'inquinamento provocato dalla discarica di contrada Stretto-Giordano, alla periferia del capoluogo, sito chiuso da una decina di anni e che non ha mai smesso di generare percolato, il pericoloso liquido che si forma con l'infiltrazione dell'acqua nella massa dei rifiuti unita alla decomposizione della spazzatura. E proprio il percolato – secondo la tesi della nuova inchiesta della Procura di Caltanissetta come ha appreso SEGUONEWS – sarebbe fuoriuscito fino a raggiungere a valle il torrente Stretto, che sfocia nei fiumi Imera e Salso, causando la morte del bestiame che laggiù beve per approvvigionarsi. Sì, perché a dare input all'indagine sono state le denunce presentate da diversi allevatori i quali hanno lamentato le morti sospette dei capi che si rifocillavano nel torrente.
Michele CampisiOggi gli investigatori della sezione Ambiente e Sanità della Procura nissena hanno notificato un decreto di ispezione e un contestuale avviso di garanzia agli ex sindaci del capoluogo Salvatore Messana e Michele Campisi, all'ex capo dell'ufficio tecnico comunale Gaetano Corvo, all'ex presidente dell'Ato Ambiente CL 1 Giuseppe Cimino, all'attuale liquidatore della società d'ambito Elisa Ingala, aii tecnici dell'Ato Graziano Scontrino e Salvatore Rumeo e all'ingegnere Sergio Montagnino, che dall'Ato ebbe l'incarico di occuparsi della messa in sicurezza del sito. Sulla presunta mala gestione della discarica, sono stati svolti altri processi penali.
Da stamattina nell'ex discarica consortile è in corso il sopralluogo da parte di un pool di esperti, tra cui due geologi, un chimico e un immunologo, nominati dal pubblico ministero che stanno effettuando i rilievi e la prossima settimana eseguiranno i primi campionamenti nel terreno per accertare il tasso d'inquinamento nelle falde acquifere.
Elisa IngalaInfatti, il nuovo dossier ha mosso i passi dopo le segnalazioni di alcuni allevatori i quali hanno denunciato le morti sospette dei capi di bestiame che bevevano l'acqua dal torrente. Secondo il filone d'indagine aperto dalla magistratura nissena e ancora in itinere, nel sito non sono mai stati eseguiti interventi di coibentazione dei vari strati e copertura per impedire la fuoriuscita del percolato che s'è insinuato nel sottosuolo. Ma v'è di più: il nocivo liquido si sarebbe pian piano sversato nel torrente provocando – secondo inquirenti e investigatori – un disastro ambientale di vaste proporzioni.
Che la discarica di Stretto-Giordano sia inadeguata e fuorilegge per gli standard imposti dalla normativa ambientale europea, è cosa risaputa e da un decennio è stata al centro di tavoli tecnici e discussioni che non hanno portato nessuna soluzione. Complicato svolgere una bonifica dell'area, che comporterebbe un esborso di svariati milioni di euro. Spesa insostenibile per i bilanci del Comune e dell'Ato Ambiente.
Giuseppe CiminoRecentemente, l'Amministrazione Ruvolo ha manifestato la netta volontà di chiudere definitivamente il sito di Stretto-Giordano dopo le necessarie e urgenti operazioni di bonifica.