Pubblicato il: 02/10/2014 alle 10:27
Salvatore Di Palma
“Affidateci gli strumenti, vogliamo utilizzarsi per sviluppare opportunità di lavoro e ricerca”. E’ questo l’appello che il Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia ha rivolto al Commissario Straordinario della Provincia Regionale di Caltanissetta, con un documento del giugno scorso a firma del Presidente della Società, in cui sono riportati nel dettaglio le attività che la partecipata dalla Regione Siciliana vorrebbe portare avanti nel territorio provinciale e regionale se la provincia si decidesse di affidargli i tanti strumenti di laboratorio che ha acquistato e che ad oggi non riesce ad utilizzare per vari e discutibili motivi.
Non tutti sanno infatti che nel lontano 2007 la Provincia Regionale beneficiando di un finanziamento comunitario di quasi 600mila euro (Misura 3.15 del POR Sicilia 2000-2006), ha allestito un Centro di ricerca che avrebbe dovuto occuparsi di rischio ambientale e di produzioni agroalimentari.
Spettrofotometro, gascromatografo, fermentatori, omogenizzatore a coltelli, bagno ad ultrasuoni, cappa chimica, arredi, vetrerie, reagenti sono solo una parte degli strumenti chiusi in alcune stanze dell’ex Asi di Gela e nel piccolo casotto di proprietà della Provincia che si trova all’ingresso dell’Istituto tecnico Agrario di Caltanissetta. “Peccato che tutta la strumentazione, da fare invidia a qualsiasi struttura che si occupa di ricerca e sperimentazione, non sia stata sfruttata al meglio per le finalità per le quali è stata acquistata anzi, abbia ormai assunto la connotazione di un vero e proprio “suppellettile” – dice Salvatore Di Palma, referente del Parco che ha sede al Centro polivalente “Michele Abbate” di Caltanissetta  -. Purtroppo è questa la realtà, sicuramente non esistono tecnici di laboratorio della provincia, ci chiediamo se sono stati mai redatti rapporti di prova, ci sono stati reagenti da smaltire e tanto altro”.
“Alcuni docenti dell'Istituto Agrario di Caltanissetta – aggiunge Di Palma – sostengono di non aver mai visto nessuno nel magazzino dove è custodita la strumentazione. Anzi, gli stessi docenti viste le finalità del centro di ricerca e soprattutto la fortunosa presenza in prossimità della scuola – aggiunge Di Palma – ci aspettavamo un coinvolgimento da parte dell’Ente per avviare un utile e proficuo rapporto di collaborazione sicuramente utile per migliorare il bagaglio formativo e culturale dei nostri ragazzi, ma nulla di tutto questo è accaduto”.
Ecco che entra in gioco il Parco Scientifico, società che si occupa per conto della regione dell’area strategica “scientifica-tecnologica e della ricerca”, promuovendo l’innovazione, il trasferimento tecnologico e l’alta formazione, presente a Caltanissetta dal 2007 con un laboratorio in cui vengono effettuate analisi sui biocarburanti e sui biocombustibili. Un Ente virtuoso in cui i ricercatori si auto mantengono attraverso la partecipazione ai tanti bandi destinati alla ricerca scientifica, sviluppando tutte le attività progettuali finanziate all’interno dei propri laboratori tra Caltanissetta e Catania.
Tante le attività svolte soprattutto in città, tante altre quelle che si potrebbero svolgere unendo agli strumenti del Parco anche quelli della Provincia, con l’obiettivo di costituire un importante polo tecnologico del Centro Sicilia. E’ questa la richiesta avanzata dal Presidente del Parco, richiesta condivisa da tanti attori istituzionali in primis il Sindaco Ruvolo, che vede questa importante struttura tecnologica affiancata al Campus biomedico. Un’importante operazione/opportunità (a costo zero) che permetterebbe al nostro territorio di intercettare i tanti fondi destinati alla ricerca scientifica offrendo lavoro ai tanti giovani laureati che si ritrovano a spasso.
E di fronte a tutto questo cosa risponde la Provincia Regionale di Caltanissetta alla nota del Presidente del Parco? I referenti del Parco si sono sentiti rispondere dal dirigente del settore Ambiente che la Provincia ha portato a termine un’importante operazione con l’Università di Catania e l’Assessorato Regionale all’Ambiente, per rilanciare il Centro di Ricerca. “Stranissima coincidenza – aggiunge Di Palma – anche nel 2010 quando il Parco aveva provato ad avanzare una simile proposta la dottoressa Cortina dichiarò già allora dell’esistenza di un progetto che avrebbe fatto lavorare il laboratorio. Ma dal 2010 ad oggi sappiamo che nessuna attività è stata mai espletata all’interno del Centro di Ricerca della Provincia. Come mai ci chiediamo, cosa è successo? A questo punto è scontato chiedere alla dottoressa Cortina dettagliati riscontri su questo nuovo progetto e cioè: strutture interessate, referenti, attività progettuali, risorse umane impiegate, fondi utilizzati (si tratta di un bando, di risorse direttamente assegnate dall’Assessorato) data inizio e data chiusura attività. Visto l’imminente inizio del progetto, così come spiegato si suppone che tutti gli interrogativi elencati possano avere altrettanto celermente una risposta ufficiale”.