Pubblicato il: 10/10/2014 alle 07:21
La Rete di studenti medi questa mattina, dalle ore 9,00, scenderà in piazza per manifestare a favore dei propri diritti e far sentire, anche a Caltanissetta, la propria scuola. Dopo la destrutturazione operata dal Ministro Gelmini Matteo Renzi, premier e marito di una docente precaria, ha lanciato il piano “La Buona Scuola”; un progetto che, però, ancora lascia molti studenti perplessi.
“Sette anni fa – spiega la rete di studenti medi tramite le parole di Valentina Lomaglio – la riforma dell' istruzione del ministro Gelmini cambiava completamente e in maniera devastante la fisionomia della scuola pubblica italiana. Da allora, nonostante il susseguirsi di governi (tecnici e non), le condizioni disastrose dell' istituzione scolastica non hanno fatto che peggiorare, sotto gli occhi di tutti ma lontano dall' interesse dei nostri governanti. Questo settembre arriva finalmente un inversione di tendenza: il piano “La Buona Scuola” del presidente del consiglio Matteo Renzi e del ministro dell' istruzione Giannini. Le prime 136 pagine dove sembrano racchiuse idee di ricostruzione del sistema scolastico. Eppure mancano direttive serie in riferimento a edilizia scolastica, trasporti, caro libri: la parola “studenti” si legge troppo poche volte. In attesa e nella speranza di approfondimenti concreti in questi come in molti altri campi, la Rete degli Studenti Medi scende nelle piazze italiane il 10 ottobre, per ricordare alla cittadinanza che “La grande bellezza siamo noi”, gli studenti (questo il titolo della manifestazione). I temi della mobilitazione, oltre al diritto allo studio saranno anche rivendicazioni relative ai territori, temi etici quali l' antimafia, l' omofobia, la legge quadro regionale sul diritto allo studio. A Caltanissetta la manifestazione comincerà alle ore 9:00,
concentramento in Piazza della Repubblica (piazzetta del marinaio). Il corteo si fermerà in più tappe significative e infine arriverà in
Viale Regina Margherita. Scenderemo in piazza per dare di nuovo voce agli studenti, per dimostrare che anche noi vogliamo essere ascoltati, perchè noi viviamo la scuola e perchè senza il nostro aiuto, questa non diventerà mai un posto migliore”.