Pubblicato il: 13/10/2014 alle 09:11
Sono 89 e non 82 come erroneamente comunicato dal presidente della Regione i dipendenti del Seus 118 in Sicilia in bilico. A rischio c’è il loro posto di lavoro ma va ricordato che nessun licenziamento è stato fino ad ora deciso e tantomeno avviato. Tutti i 3200 (circa) lavoratori sono attualmente in servizio. A rischiare il posto di lavoro, però, sono in parecchi. Tante sono le lettere partite all’indirizzo dei lavoratori che avviano le procedure che possono portare fino al licenziamento. Si tratta di 80 contestazioni di reati ostativi e di 9 procedure di licenziamento per giusta causa.
Ottanta dipendenti del Seus 118 sono pregiudicati per reati incompatibili con un impiego nella pubblica amministrazione. Fra questi c’è perfino un dipendente accusato di omicidio ma ce ne sono altri accusati di furto in appartamento, spaccio di stupefacenti e falso in atto pubblico. in particolare il falso in atto pubblico riguarda le dichiarazioni rese al momento dell’assunzione: pregiudicati che hanno autocertificato di non avere pendenze penali o di non aver commesso reati, autisti che hanno dichiarato di non aver mai subito sospensioni della patente e così via.
Fra questi 80 ci sono, però, posizioni diverse. Secondo i vertici della Seus sarebbero 44 le posizioni probabilmente insanabili per i quali scatterà, a fine procedura, un probabile reale licenziamento. Ma per 36 è possibile che si innesti la procedura di riabilitazione che permetterebbe di evitare la perdita del posto di lavoro. La legge lo permette dopo 5 o 10 anni a seconda della categoria del reato commesso. La riabilitazione potrebbe scattare, ad esempio, per un dipendente accusato in passato di occupazione abusiva di un immobile per stato di necessità. Possibile che la riabilitazione arrivi anche per un altro dipendente che 24 anni fa investì una persona guidando sotto l’effetto di stupefacenti. Da allora, almeno secondo gli atti, sembrerebbe non aver più commesso alcun reato ed essersi liberato da oltre un ventennio dalla dipendenza da droga. Se così fosse potrebbe chiedere la riabilitazione.
Diverse le posizioni di altri 9 dipendenti che riceveranno le lettere di contestazione che avviano la procedura di licenziamento per giusta causa. Fra loro c’è un autista che per tre volte sarebbe stato fermato mentre guidava l’ambulanza in stato di ebrezza. Situazioni diverse, dunque, e procedure che dureranno mesi se non anni fra inviti a dedurre, richieste di conciliazione o riabilitazione e così via.
Se le procedure di licenziamento doveva servire alla Regione per risparmiare la strada certamente non può essere questa. Secondo i calcoli del comitato di gestione, infatti, erano 600 gli esuberi sui quali si è sempre insistito nonostante le convenzioni in itinere con le Asp e gli ospedali ed altre azioni di impiego dei presunti esuberi. E 89, inoltre, sarebbero davvero una piccola quota. Dunque pulizia nel 118 anche se i licenziamenti reali, alla fine della procedura, probabilmente saranno meno delle metà di quelli annunciati.