Pubblicato il: 20/10/2014 alle 09:08
Domani a Roma si svolgerà un incontro tra i rappresentanti del Governo e i vertici dell’Eni per discutere sul futuro della raffineria nel comune siciliano. I sindacati provinciali Cgil, Cisl e Uil Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro,invitano gli attori che siederanno al tavolo della concertazione a “Non mortificare il sogno della dignità attraverso il lavoro”. Un appello unitario che invita a “Volare alto per il bene comune, confermare gli investimenti nel territorio e fare in modo che siano a vantaggio del lavoro e delle famiglie”.
Un segnale e al contempo un monito, per sensibilizzare il Governo nazionale e regionale e i vertici dell'Eni a dare attuazione agli accordi sottoscritti per la sopravvivenza della Raffineria di Gela e il mantenimento dei livelli occupazionali anche negli altri siti eni presenti nel territorio cioè enimed e syndial.
“Per creare sviluppo, serve quella fiducia che solo il rispetto degli accordi può dare e rischia di frustrare l'affidabilità delle istituzioni e compromettere un nuovo modello di relazioni industriali che ha visto grande senso di responsabilità di sindacati e lavoratori”. A Gela la vera priorità è il lavoro che manca perchè esiste un’emergenza economica Sociale ed Amministrativa.
Domani, all'appuntamento al Ministero per lo sviluppo economico, la comunità e il territorio di Gela e di un vasto comprensorio, arrivano carichi di aspettative, ma consapevoli che “sacrificare l’occupazione dei lavoratori e i bisogni primari delle loro famiglie significherebbe una sconfitta della capacità d’investimento dell’Eni oltre al tradimento che purtroppo verrebbe a pesare sull’opinione pubblica”.
Nella sua visita a Gela, il Premier Renzi ha parlato di investimenti, innovazione ed energie verdi quali soluzioni per un futuro di sviluppo e di lavoro a Gela.
“Gli investimenti e il perseguimento di progetti nuovi e alternativi – affermano i sindacati – non devono intaccare l’esistente, ma piuttosto promuovere vie di innovazione tecnologica per investire su un futuro possibile e competitivo”.
“I nuovi investimenti pianificati per 2,2 miliardi di euro, devono tenere conto delle produzioni che impiegano diverse centinaia di lavoratori nella Raffineria, in Syndial ed Enimed, del diretto e dell'indotto e dell’indiretto cioè la filiera delle forniture che impegna centinaia di addetti.
Se Eni dovesse utilizzare le risorse economiche solo per nuove estrazioni, si rischierebbe di negare giustizia a una popolazione che ha subito danni ambientali e alla salute, e adesso in cambio vedrebbe minata la dignità del lavoro”.
“Ampliare l'estrazione di greggio nell'area del Golfo, senza far ripartire la produzione, e i cantieri, mortificherebbe la speranza di cui si nutrono i sogni di un'intera comunità. Sogni che in questa realtà vengono declinati con la dignità di mantenere un lavoro e la famiglia, un compito dal quale le Istituzioni, a partire dall’amministrazione comunale e regionale, non possono certo sottrarsi”.
La comunità, il territorio, i lavoratori ed i sindacati “non aspettano che qualcuno arrivi da fuori a risolvere i problemi” (dichiarazione del Presidente del Consiglio nella sua visita a Gela il 14 Agosto) , ma pretendono che almeno dalle Istituzioni locali e dal Governo, venga fatta rispettare la responsabilità sociale dell'impresa in questo Paese, ancor più se lo Stato, di questa Impresa che è l'Eni, è l'azionista di riferimento”.
CGIL – CISL – UIL denunciano il tentativo di accordi silenziosi che non hanno nulla a che fare con lo sviluppo industriale ed hanno il sapore del compromesso sociale a danno della popolazione, accordi per far finanziare all’eni iniziative culturali e/o per il recupero di altre navi greche presenti a bulala e/o per interessarsi nel risollevare il triste destino del progetto polo serricolo agro-fotovoltaico. L’Istituzione locale (Comune di Gela) non può che sapere anche perché i progetti venduti come opere compensative solo il Comune li può proporre alle istanze superiori.
CGIL CISL UIL rivendicano investimenti complementari e non alternativi e privi di conversione vera.
“L’ Eni finanzi tutte le iniziative culturali utili alla città di Gela ed al suo futuro – hanno concluso i sindacalisti -, ma non cancelli la storia industriale”.