Pubblicato il: 20/06/2013 alle 22:24
Il torneo di tennis Challenger visto dal campo. Dagli occhi e dall'esperienza di un osservatore privilegiato come Andrea Reale, che in occasione della kermesse sportiva ha coordinato gli arbitri.
Andrea, settimana impegnativa per te. O no?
Sì, stanco ma soddisfatto.
Tempo di bilanci anche per te. Come hai visto il torneo quest'anno?
Da quando il torneo è nato, è riuscito passo dopo passo a migliorarsi sempre, quest'anno ha raggiunto nuove vette sotto tutti i punti di vista. Dal montepremi allo spessore dei giocatori. Ne è prova l'affluenza di pubblico durante tutta la settimana.
Èil tuo primo anno da capo degli arbitri?
Sì, è la mia prima esperienza internazionale come ufficiale di gara designato. Per me è stata una grande sfida, soprattutto in ottica futura.
Parlaci del tuo ruolo. Come si svolge?
Il capo degli arbitri ha come compito principale quello di gestire i giudici di linea e coordinarne l'operato tramite meeting e briefing. ma ha anche il compito di garantire gli standard qualitativi che l'Atp impone nel trattamento degli ufficiali di gara, come gli arbitri e i supervisor.
Pensi di essere stato all'altezza?
Questa domanda la dovresti fare al supervisor. Èstato il supervisor Carmelo Di Dio a valutare il mio operato, e dalla valutazione che ho ricevuto ho fatto un gran bel lavoro.
Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Mi ha dato maggiore consapevolezza nei miei mezzi, credevo che sarebbe stato un compito al di là delle mie attuali competenze. Ma ho studiato tanto per non farmi trovare impreparato. E devo dire che non ho avuto particolari problemi nella gestione delle situazioni che via via si sono create.
Il livello di quest'anno era elevato. Hai sentito la pressione, e se sì come l’hai gestita?
Ho sentito molta pressione, provocata dall'altissimo livello del torneo. Ma la pressione più grande me la dava la necessità di fare bene. Fare bene come capo degli arbitri in questo torneo era fondamentale per avere la possibilità di accedere alla scuola internazionale. Un mio eventuale fallimento ne avrebbe seriamente pregiudicato la possibilità di potervi accedere nell'immediato futuro. Possiamo dire che questa per me è stata la prova del fuoco…
L'anno prossimo ti piacerebbe ricoprire nuovamente questo ruolo?
Sarei onorato se mi venisse concessa la possibilità di poter ricoprire nuovamente questo compito! Spero che gli organizzatori del torneo e l'organismo internazionale mi rinnoveranno il loro benestare.
Da quanto hai intrapreso questa strada nel mondo del tennis?
Ho iniziato a fare il giudice di linea per gioco; proprio qui a Caltanissetta, cinque anni fa. Èstato subito amore. Lo stesso anno sono diventato arbitro nazionale superando il corso di abilitazione. Da quando sono diventato arbitro possiamo dire che è iniziata davvero la mia avventura in questo mondo che io amo profondamente. Il mio obiettivo è quello di diventare arbitro internazionale, per arrivare a tagliare il traguardo la strada è lunga ma ne ho percorso buona parte.Per diventare internazionale è necessario accumulare molta esperienza sulla sedia e arbitrare tornei internazionali minori e seguire tantissimi tornei internazionali da giudice di linea.
Da grande cosa vorresti fare? Continuare in questo mondo o ritieni possa essere solo una esperienza a breve termine?
Assolutamente diventare arbitro internazionale. E spero di poter fare carriera, tanta carriera.
Vuoi ringraziare qualcuno in particolare?
Sicuramente tutta l'organizzazione del Tennis Club Caltanissetta che ha creduto in me, affidandomi questo delicatissimo compito. E poi voglio ringraziarti per la possibilità di questa intervista.