Pubblicato il: 01/02/2016 alle 18:43
Cinque anni di carcere perché accusato di aver fatto sparire due etti di cocaina custoditi nell’ufficio corpi di reato del Commissariato Carmine, a Brescia. E' la pena chiesta dalla Procura per il poliziotto originario di Caltanissetta, Vito Trupia, 38 anni, che è sotto processo perché secondo gli inquirenti avrebbe preso droga sottoposta a sequestro tra il 2011 e il 2014. Trupia era finito agli arresti domiciliari nel novembre del 2014 con l'accusa di peculato. Lui attualmente è sottoposto all'obbligo di firma dai carabinieri. Il pubblico ministero Isabella Lodovici Samek ha chuesto al Tribunale presieduto da Roberto Spanò di riconoscere colpevole l'agente della Polizia di Stato. L'inchiesta prende le mosse dalla denuncia di una donna con cui ha avuto una releazione, che ha raccontato come fosse stato lui stesso a dirle che faceva sparire la cocaina dal Commissariato, sostituendola con bicarbonato.
Trupia s'è sempre proclamato innocente. «Non ho mai sniffato cocaina e nemmeno preso la droga che manca dall’ufficio corpi di reato», si è difeso davanti ai giudici parlando di un complotto nei suoi confronti. I suoi difensori, gli avvocati Alberto Scapaticci e Alessandro Bertoli hanno sostenuto in aula che non vi sono prove contro il poliziotto di Caltanissetta che abbia preso la droga «anche perché chiunque poteva aver accesso ai corpi di reato e non ci sono video che riprendono il contenitore dove la cocaina era stata messa in attesa degli esami di laboratorio». L'udienza è stata aggiornata al 23 marzo per eventuali repliche delle parti e la sentenza.