Pubblicato il: 22/02/2016 alle 17:05
Niente più ergastolo per Vincenzo Manduca, il macellaio di 30 anni originario di Niscemi e reo confesso dell'omicidio di Lisa Puzzoli, l’ex fidanzata e madre della loro bambina accoltellata a morte all’età di 22 anni, la sera del 7 dicembre 2012 davanti alla sua casa, a Villaorba di Basiliano. Oggi, in riforma della sentenza di primo grado, la Corte d’assise d’appello di Trieste ha inflitto al giovane la pena di 25 anni, 5 mesi e 15 giorni di reclusione e la misura di sicurezza di 3 anni di libertà vigilata.
La sentenza è stata emessa dopo quattro ore e mezza di Camera di consiglio. La procura generale aveva chiesto la conferma del carcere a vita, inasprita con l’isolamento diurno per 18 mesi. Per la conferma della sentenza pronunciata dalla Corte d’assise del tribunale di Udine il 12 aprile 2014 si era espressa anche la famiglia della vittima, costituitasi parte civile nel processo.
A ridurre drasticamente la pena è stata la concessione all’imputato delle attenuanti generiche in regime di equivalenza con le aggravanti. Attenuanti che la difesa aveva sollecitato, anche alla luce dell’esito delle perizie condotte dai consulenti della Corte d’assise d’appello e della Procura generale, che hanno indicato in Manduca una persona affetta da una serie di disturbi della personalità, definita border line, pur riconoscendolo capace d'intendere e di volere. Nel calcolare la pena, i giudici hanno tenuto conto anche dell'intervenuta depenalizzazione del reato di ingiurie. Manduca è stato inoltre dichiarato assolto dal reato di tentata sottrazione di minore, per il quale era stato invece condannato in primo grado, insieme a quelli di stalking, lesioni personali, minacce e porto di coltello. Presente in aula durante la lettura del dispositivo, il giovane, che dopo la condanna all’ergastolo aveva dichiarato di non volere impugnare la sentenza, non ha commentato la decisione della corte. All’udienza hanno partecipato anche i suoi genitori e quelli di Lisa.