Pubblicato il: 25/02/2016 alle 15:26
Legambiente e WWF intervengono sul caso dell'archiviazione del procedimento penale a carico del Direttore della Centrale Operativa 118 dell'ASP nissena, Elio Barnabà, relativo all'abbattimento di decine di alberi dell'ex sanatorio Dubini, area sottoposta a vincolo paesaggistico in quanto riconosciuta “di notevole interesse pubblico”.
Le due associazioni ambientaliste ricordano come, negli anni trascorsi, abbiano più volte denunciato lo stato di grave degrado ed abbandono in cui versa da decenni lo storico parco annesso all'ex sanatorio Dubini, di proprietà dell'ASP di Caltanissetta. Nell'ottobre 2013, viene segnalato il taglio di circa 40 alberi, anche secolari e di alto fusto. Subito Legambiente e WWF si mobilitano ed effettuano un sopralluogo, accompagnati anche da tecnici ed esperti. Legambiente e WWF chiedono formalmente, in base all'articolo 408 del codice di procedura penale, di essere notiziati circa l'eventuale archiviazione del loro esposto.
“Purtroppo dalla Procura non è mai giunto tale avviso e quindi non è stato possibile intervenire nel procedimento di chiusura delle indagini”, dicono le due associazioni ambientaliste che annunciano battaglia. “Ci riserviamo di acquisire gli atti processuali per valutare le motivazioni della sentenza e la sussistenza di requisiti per adire ulteriori azioni legali, tuttavia non possiamo fin da oggi non apprezzare l’intelligenza selettiva della “malattia” che ha colpito soltanto gli alberi posti più a sud, consentendo di liberare un’area che – se non dovessero essere piantumate essenze arboree analoghe – si potrebbe prestare alla realizzazione di un eliporto. Ci risulta difficile immaginare anche i rischi per l'incolumità delle persone rappresentati da questi alberi, visto che l'intero complesso del Dubini in quegli anni era rigorosamente chiuso, inagibile e con divieto di accesso al pubblico”.
Per Legambiente e WWF “al di là delle responsabilità penali, le modalità con cui si è svolto il disboscamento, sono sintomatiche di un comportamento opaco che le Istituzioni non devono potersi permettere. Per tale motivazione ci riserviamo di porre in atto ogni azione nelle nostre disponibilità, volta ad impedire che possa passare il messaggio che si possa disporre della cosa pubblica con assoluta discrezionalità”.