Pubblicato il: 03/03/2016 alle 17:58
IN COPERTINA: FOTO ARCHIVIO Ha toccato anche San Cataldo la maxi retata antidroga denominata Bolero e scattata oggi all'alba in tutta Italia. Tra i 21 destinatari delle ordinanze di custodia cautelare vi sono anche marito e moglie che da qualche mese si erano trasferiti a San Cataldo: si tratta di Mauro Rosalba, 36 anni originario di Pisa, e Giuseppina Praticò, 34 anni di Messina. Lui, che si trovava agli arresti domiciliari nell'appartamento affittato, è stato trasferito al carcere Malaspina, lei nel braccio femminile del carcere Petrusa di Agrigento dove nelle prossime ore saranno interrogati per rogatoria. Marito e moglie sono stati svegliati all'alba dai carabinieri della tenenza, che insieme ai colleghi della Compagnia di Poggio Mirteto, hanno notificato i provvedimenti restrittivi emessi dal Gip del Tribunale di Rieti su richiesta dei magistrati della Dda rietina.
I fermati sono ritenuti tutti parte di una organizzazione criminale dedita allo spaccio di droga in vari territori del Lazio, con particolare ramificazione nel quadrante est della Capitale e in provincia di Rieti. E' proprio dalla provincia laziale che è partita l'indagine, che ha fatto emergere un legame tra alcuni pusher locali e un gruppo criminale con base a Tor Bella Monaca, a Roma, e capi riconducibili ad esponenti di spicco del clan camorristico napoletano dei Lo Russo.
Secondo le ricostruzioni dei carabinieri la droga partiva settimanalmente in grandi quantità dalla Campania e raggiungeva la Capitale, per poi essere smerciata in tutto il Lazio, e in particolare nella parte bassa della provincia di Rieti. Le indagini – si legge in una nota – condotte in sinergia con la Direzione Distrettuale Antimafia, hanno portato alla disarticolazione di un sodalizio criminale vasto e ramificato, nel quale operavano esponenti di spicco della criminalità organizzata campana. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacente.
Il blitz ha impegnato circa duecento militari. Sono state eseguite 47 perquisizioni domiciliari che hanno portato al rinvenimento di stupefacente e materiale di interesse investigativo. L'indagine, avviata a seguito del rinvenimento di una dose di cocaina ad un tossicodipendente dell'area Sabina, si sviluppava sino a ricostruire l'intero flusso di approvvigionamento dello stupefacente e sino a evidenziare l'esistenza di un vero e proprio sodalizio, con base logistica nel quartiere capitolino di Torbella Monaca, che acquistava ingenti quantitativi di hashish e di cocaina da Napoli e più precisamente da alcuni esponenti del clan camorristico dei Lo Russo, operanti nel quartiere di Miano e San Gaetano di Napoli. Nove gli arresti in flagranza del reato. Contestualmente sono stati recuperati e sottoposti a sequestro più di 6 chili di hashish e circa 200 grammi di cocaina. L'indagine, nel suo sviluppo, ha reso possibile una quantificazione del flusso di stupefacenti, pari a circa 220 chilogrammi di hashish e un quantitativo di cocaina comunque determinabile nella misura di alcuni chilogrammi, nell'arco temporale di circa sei mesi.